Fallimento Api, il Comune in campo

Ex municipalizzata: riacquistati all’asta dall’amministrazione beni immobili per un totale di 12 milioni di euro

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di Massimiliano Saggese

Fallimento Api, tornano di proprietà comunale quattro farmacie, il centro anziani di Quinto Stampi, la ex scuola di via Monte Amiata, i capannoni di viale Toscana e il teleriscaldamento. Il Comune ha riacquistato gli immobili messi all’asta a causa del fallimento dell’ex municipalizzata Api. Nei giorni scorsi il Comune ha riacquistato all’asta i beni messi a garanzia per pagare parte dei debiti della ex partecipata fallita nel 2017, lasciando a casa decine di lavoratori. In precedenza, a febbraio del 2020, era stata salvata la piscina comunale. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Ferretti (centrodestra) scrive la parola fine sulla vicenda del fallimento di Api (Azienda per il Patrimonio Immobiliare). A rientrare a far parte del patrimonio pubblico, dunque, sono il centro anziani di Quinto Stampi, la ex scuola di via Monte Amiata, quattro farmacie comunali, i capannoni di viale Toscana oltre alla rete per il teleriscaldamento a servizio della città. Beni immobili ad uso collettivo per un totale di 12 milioni di euro, di cui 10 milioni sono il valore della sola rete del teleriscaldamento. "Si chiude finalmente la partita del fallimento di Api con un risultato storico per la città - spiega il sindaco Gianni Ferretti -. Grazie all’accordo con Aler e al risultato della gara del teleriscaldamento, fortemente voluta da questa amministrazione, abbiamo reperito le risorse economiche necessarie a riacquisire tutti gli immobili comunali persi. Ciò dimostra - continua il sindaco - la nostra determinazione a salvaguardare l’interesse dei cittadini e a garantire un razionale ed efficace utilizzo della cosa pubblica con la volontà di valorizzarla per generare effetti positivi per la comunità e con una chiara visione di sviluppo futuro della città e del territorio".

L’inizio del fallimento di Api risale all’ottobre del 2015 quando venivano depositati in tribunale i documenti dopo i ricorsi dei dipendenti per il mancato pagamento degli stipendi. Negli anni successivi la ex società partecipata al 100% dall’allora amministrazione comunale è stata costretta a vendere dapprima i beni mobili come mezzi e attrezzature, per poi arrivare a cedere il resto del suo patrimonio per far fronte ai suoi creditori e agli ex lavoratori che attendevano gli stipendi arretrati. Una pagina drammatica nella storia della comunità locale che però oggi può voltare definitivamente pagina e guardare avanti.

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