Fake news, il grande esperimento In cinquemila a svelare “bufale“

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Negli ultimi due anni, la diffusione di fake news e la disinformazione sul coronavirus e sui vaccini hanno portato alla luce l’importanza della capacità di verificare le notizie in ambito scientifico, soprattutto sui social, da parte degli utenti. Non solo: la disinformazione ha contribuito alla crescita di un clima di sfiducia nei confronti della scienza. "Lettura laterale", astensione dal click e controllo della fonte: sono le tre principali metodologie individuate nello studio "Lateral reading and monetary incentives to spot information about science", pubblicato sulla rivista "Scientific Reports", per non cadere nella trappola delle fake news scientifiche. Lo studio, a cui hanno partecipato 5000 persone nel Regno Unito, è stato condotto da un gruppo di esperti coordinati dal professor Carlo Martini, che è anche membro del Centro di Ricerca di Epistemologia Sperimentale e Applicata (Cresa) dell’Università San Raffaele. La tecnica della "lettura laterale" consiste nella verifica della notizia attraverso il controllo di pagine di altre testate scientifiche; l’astensione dal click, invece, prevede che l’utente si astenga dal cliccare su una notizia se prima non l’ha verificata; infine, la conoscenza della fonte è il controllo da parte dell’utente dell’identità politica e degli interessi di chi ha diffuso la notizia. Ai partecipanti alla ricerca, reclutati mediante la piattaforma Prolific.co, è stato chiesto di valutare una serie di articoli scientifici, tra i quali comparivano alcune fake news, provenienti da varie riviste scientifiche su Facebook. Durante l’esperimento, gli utenti sono stati spinti a mettere in pratica alcune delle metodologie di fact-checking, sia con l’impiego di remunerazioni economiche, sia attraverso pop-up che ricordassero loro di controllare su altre pagine la veridicità della notizia.

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