Processo Corona, faccia a faccia tra Fabrizio e fidanzato di Nina Moric: tensione e urla

I giudici devono decidere se ascoltare Favoloso da teste 'puro' o con l'assistenza di un legale e la possibilità di non rispondere. Oggi, in aula, alcuni testimoni

Fabrizio Corona e Luigi Favoloso

Fabrizio Corona e Luigi Favoloso

Milano, 27 aprile 2017 - Nuova udienza, questa mattina in Tribunale a Milano, a carico di Fabrizio Corona,  imputato per la vicenda del cosiddetto "tesoretto" da circa 2,6 milioni di euro in parte murati nel controsoffitto dell'appartamento della sua storica collaboratrice Francesca Persi, ora sotto processo insieme a lui, e in parte nascosto in due cassette di sicurezza di una banca di Innsbruk, in Austria. Oggi è il turno di alcuni testimoni, tra cui Luigi Favoloso, fidanzato di Nina Moric, ex moglie di Corona. Favoloso è stato accusato da Corona di aver messo la bomba carta esplosa sotto casa sua lo scorso agosto.

Quando è satato il turno di favoloso, l'atmosfera in aula si è surriscaldata. Dopo aver lanciato alcune occhiate dure al giovane, l'ex 'fotografo dei vip', mentre i giudici rimandavano la testimonianza alla prossima udienza dell'11 maggio (devono decidere con che modalità ascoltarlo, da teste 'puro' o con l'assistenza di un legale e la possibilità di non rispondere), si è messo ad urlare (redarguito subito dal giudice Guido Salvini) rivendicando "il mio diritto e quello di mio figlio" di sentirlo come teste 'puro', come chiede la sua difesa. "È stato aggressivo - ha detto Favoloso uscendo dall'aula - mi ha deluso, pensavo fosse un bravo ragazzo".  La testimonianza di Favoloso potrebbe essere fondamentale: l'inchiesta che ha portato in carcere per l'ennesima volta l'ex re dei paparazzi era infatti partita proprio dagli accertamenti sull'esplosione della bomba carta a metà agosto scorso. Ed è indagando su quell'episodio che gli inquirenti della Dda di Milano scoprirono la prima parte del cosiddetto tesoretto di Corona: 1,7 milioni di euro murati all'interno del controsoffitto dell'appartamento della sua storica collaboratrice, Francesca Persi, anche lei finita sotto processo.  Nella prossima udienza tra i testi anche Belen Rodriguez. 

TESTE: "FABRIZIO E' SPERANZA PER TANTI GIOVANI"  - "Prima di rispondere alle domande voglio dire una cosa: vengo da un quartiere difficile vicino a Scampia e tanti miei amici si sono dati all'illegalità, io no. Voglio dire che Fabrizio Corona dà speranza a tante persone. Quando volevo abbandonare il sogno della musica mi ha detto di continuare a crederci". Una dichiarazione spontanea per difendere l'amico e per dire che "era migliorato nell'ultimo anno, rispetto a come lo descrivevano": così un 29enne originario di Napoli ha reso testimonianza in aula. Il giovane ha raccontato che lo "accompagnava spesso" nelle serate che faceva tra Napoli e l'intero sud Italia, ma non lo faceva "per soldi": "Mi divertivo e gli volevo bene. L'ho incontrato in un momento difficile della mia vita, quando e' morto mio padre e mi ha aiutato", ha confessato, anche se poi ha aggiunto: "Mi dava 300 o 400 euro a seconda di quanto voleva lui. Anche io sono un giovane imprenditore, vendo auto, e a tutti fa piacere essere ricompensati se ci comportiamo bene". Trenta o quarantamila euro ogni fine settimana, questa la cifra minima per i "passaggi" di Corona a serate e inaugurazioni, calcola il giovane che ritiene plausibile che la cifra sequestrata a Corona poteva "averla guadagnata nell'ultimo anno". 

"Una volta andammo anche in un caseificio - ha aggiunto - ma quando mi dicono che Corona passa anche nelle macellerie, io dico che fa bene perché da' speranza anche ai piccoli imprenditori". Nessun contatto con la malavita emerge dal racconto: "Quando qualcuno faceva lo spavaldo dicendo di 'appartenere a', lui non lo guardava nemmeno. Li snobbava, perché l'antipatia fa parte del suo essere". Bastava sapere che facesse una serata a Cosenza, ad esempio, "per essere chiamati da tutti gli imprenditori e manager del sud" che gli chiedevano tappe lungo il percorso, "passaggi anche di 5 minuti" che gli potevano fruttare dai 2mila ai 5mila euro. Tutto sempre pagato in contanti: "I soldi li metteva in una cartella e li portava in giro nello zainetto. Un capodanno arrivammo nel Molise alle 7 di mattina e il proprietario si arrabbio', ma c'era ancora gente che aspettava per vederlo. La verita' e' che prende piu' lavori di quanto puo', gli ci vorrebbe un altro Fabrizio".  Poi il giovane ha raccontato della lite tra Fabrizio Scippa e Corona: "Una volta trattenne i soldi, 500 euro, per una serata di Nina Moric, perché gliela procurò lui". Poi racconta che litigarono perche' Scippa 'faceva la cresta' sulle serate: "Era molto deluso da lui". Infine un aneddoto: una volta li fermarono in auto le forze dell'ordine: "Ho ancora i video: lo trattavano malissimo e dopo averlo trattenuto brindavano".  La linea delle difesa, infatti, è che quei contanti trovati siano il 'nero' delle sue serate e della sua attività e che si tratti, dunque, al massimo di un problema fiscale. 

TESTE: " MI CONFIDO' DI AVER DATO 2 MILIONI A PERSI" - Tra i testimoni dell'udienza di oggi anche Rosario Toscano, amico di Fabrizio Corona e manager che lavora a Dublino per un'azienda che produce occhiali: ai primi di gennaio del 2013 - ha spiegato - "Fabrizio mi ha detto che aveva tanti soldi guadagnati negli anni precedenti e che non sapeva tecnicamente cosa farsene. "Fabrizio mi ha detto che aveva da parte una cifra superiore al milione di euro è inferiore si due milioni", ha spiegato Toscano, che è amico di Corona da quando entrambi erano adolescenti e trascorrevano assieme le estati in Sicilia e negli anni è diventato suo confidente. "Corona mi disse che quei soldi li aveva dati a Francesca Persi - ha aggiunto - che lavorava con lui da 7 anni e che era diventato una persona di estrema fiducia". 

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