“Fa i galitt” Le versioni solleticano

Emilio

Magni

Ogni tanto tra noi della congrega (qualcuno vorrebbe addirittura chiamarla "accademia", ma non mi pare il caso) di anziani sedotti dal nostro bel dialetto lombardo, scaturiscono delle discussioni su parole che non rispettano una regola uniforme, variano molto da contrada a contrada. Tutto questo è molto bello anche se qualche volta si rischia la rissa verbale con le email che si accapigliano. A questo punto devo dire, per inciso, che il computer ha aiutato molto anche il dialogare intorno al vecchio dialetto. In questi ultimi giorni lo scambio di opinioni si è sviluppato sul "come si dice in dialetto la parola italiana solletico", domanda sollevata a uno della combriccola cui piace alzare questioni. Gli amici milanesi della città hanno subito risposto affermando che nel Milanese "fare solletico" in dialetto è " fa i galitt". Lo scrive anche il Porta. Strano è che il termine è espresso sempre al plurale. Non esiste al singolare. Ed anche questa è una stramberia del dialetto. Tutti i dizionari del dialetto milanese, dal Cherubini al Banfi, all’Arrighi confermano "galitt". In Alta Brianza il solletico in dialetto si sposta al femminile. Infatti è la "ghilicia". Mi ricordo di averlo ascoltato e detto quando ero bambino e a scuola ci divertivamo a farci solletico. Nella Bassa Comasca e sul Lario diventa "ghiliciga" ("ghilicigà", fare solletico), come ci informa Rita De Maria che per tanti anni è stata valorosa segretaria e poi vice presidente della meritoria Famiglia Comasca. Cambia ancora molto nelle altre province lombarde. Ognuna ha la sua versione. È bello pure andare a scoprire come ogni contrada d’Italia abbia il suo modo di dire "solletico". A Lecco è "galitèch" come annuncia il dizionario lecchese di Gianfranco Scotti, maestro di dialetto tra altri valori. In molti si sono arrovellati per scoprire le origini di queste parole dialettali che significano "solletico". Ma è impossibile risalire all’etimo. Secondo Scotti però sono sempre di origini onomatopeica.

mail: emiliomagni@yahoo.it

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