Exprivia, cassa integrazione ordinaria per i cinquanta di Settimo

Respinta dall’azienda l’ipotesi di utilizzare i soldi risparmiati con il blocco dei buoni pasto per anticipare gli stipendi

Migration

Procedura di cassa integrazione ordinaria per 50 dipendenti nella sede Exprivia di Settimo Milanese.

E’ questo il primo effetto del Covid-19 sulla società pugliese specializzata in servizi It quotata in Borsa, che detiene l’81 per cento del colosso delle telecomunicazioni Italtel.

La notizia è stata comunicata nei giorni scorsi alle organizzazioni sindacali e Rsu delle sedi di Milano e Roma, dai vertici di Exprivia.

"L’azienda ci ha spiegato che la cassa integrazione a zero ore è stata aperta puramente a scopo cautelativo per novanta dipendenti, cinquanta della sede di Settimo Milanese e quaranta della sede di Roma - spiegano i sindacati - i lavoratori più colpiti sono quelli impegnati presso i clienti, in particolare presso Sky che ha subito un fermo delle attività. Da parte nostra crediamo che il fatto che un’azienda come Exprivia, con migliaia di dipendenti, che non riesca a sostenere l’anticipo della cassa integrazione per sole 90 persone lancia un forte segnale di allarme".

I sindacati hanno fatto notare ad Exprivia che poiché più del 90% dei lavoratori (oltre 1.750 persone in tutta Italia) è stato messo in smart working, senza percepire il buono pasto del valore di sette euro, questo genera per l’azienda un risparmio mensile di diverse centinaia di migliaia di euro, che l’azienda potrebbe impiegare per l’anticipo degli stipendi ai lavoratori in cassa integrazione.

Ma la soluzione ipotizzata dalle organizzazioni sindacali non è stata accolta dall’azienda.

Ro.Ramp.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro