Expo, Sala indagato per turbativa d'asta: "Amareggiato, continuo mio lavoro" / VIDEO

Al centro della vicenda un appalto per la fornitura di alberi all'Esposizione. Il sindaco: "Non mi autosospendo"

Giuseppe Sala, sindaco di Milano

Giuseppe Sala, sindaco di Milano

Milano, 23 giugno 2017 -  Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è accusato di aver "turbato la gara cosiddetta Piastra indetta da Expo 2015 con bando in data 20 dicembre 2011". Lo si legge nell'avviso di chiusura indagini notificato oggi dalla Procura Generale di Milano a Sala e ad altre 8 persone e due società indagate per il maxi appalto della Piastra di Expo.  L'avviso di chiusura indagini è l'atto che di norma anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. L'istanza non potrà essere formalizzata prima di 20 giorni a partire da oggi. Dopodiché sarà un gip dello stesso Tribunale di Milano a decidere se disporre il processo per il sindaco o se proscioglierlo dalle accuse.

L'ACCUSA - L'ex commissario e ad di Expo Giuseppe Sala, insieme a Pierpaolo Perez a Antonio Rognoni, sono accusati di aver turbato la gara sulla Piastra di Expo, perché hanno "aderito anche su pressione di esponenti politici della Regione Lombardia, alle richieste dell'associazione Lombarda Florovivaisti, finalizzata all'affidamento delle forniture delle essenze arboreee da utilizzare nel sito dell'Esposizione Universale 2015 a una o più ditte aventi sede in Lombardia". Lo scrive il sostituto Pg Felice Isnardi nella chiusura indagini nei confronti di Sala e di altre 9 persone fisiche e giuridiche. Sala, accusato anche di falso materiale e ideologico, deve rispondere di turbativa d'asta per una fornitura di 6mila alberi per il sito di Rho Pero, che sarebbe stata separata dall'appalto per la Piastra di Expo, nella quale era originariamente inclusa. 

Sempre secondo quanto emerge dall'avviso di chiusura indagini, Beppe Sala avrebbe falsato un verbale di Expo "nella sua abitazione". Secondo le indagini, Angelo Paris, titolare del procedimento sulla Piastra, avrebbe "fatto recapitare presso l'abitazione di Sala" il presunto atto falsamente datato "per la firma". Stando alla ricostruzione della Procura Generale, il 15 maggio 2012 viene formalizzata la nomina della commissione aggiudicatrice della gara per la Piastra, l'infrastruttura su cui poi sorgerà l'Expo. Tre giorni dopo la commissione si riunisce per la prima volta, si accorge delle due incompatibilità e informa Sala che firma "l'annullamento del verbale di nomina della Commissione del 15 maggio e riporta la data falsa del 17 maggio". Stando a quanto era emerso dagli accertamenti della Guardia di Finanza, il 30 maggio per "salvare" l'appalto a cui era legato il destino di Expo si sarebbe deciso di preparare un nuovo atto di nomina retrodatandolo al 17 maggio. Per farlo, era necessario l'intervento dell'attuale sindaco che avrebbe così sottoscritto l'annullamento del vecchio verbale redatto dai tecnici di Infrastrutture Lombarde motivando il provvedimento con l'esistenza di un "errore materiale consistente nella mancata nomina dei commissari supplenti e tacendo invece l'esistenza di una causa di invalidità che avrebbe comportato l'annullamento della procedura di gara". 

LE REAZIONI - Immediata la presa di posizione del primo cittadino di Milano: "Non intendo commentare in alcun modo ogni possibile iniziativa della Procura Generale - ha detto Sala - Non lo farò né oggi né in futuro. Provo solo una profonda amarezza, soprattutto pensando a quanto ho sacrificato per poter fare di Expo un grande successo per l'Italia e per Milano. Troverò in ogni caso in me le motivazioni per continuare a svolgere con la massima dedizione possibile il mio lavoro al servizio della mia città". Alla domanda se abbia abbia intenzione di auto sospendersi, Sala ha risposto con un secco "no". Poi ha aggiunto: "Tutto quello che dovevo dire l'ho detto, da qui in poi non ho altri commenti da fare. Adesso vado al lavoro". Duro l'affondo del legale di Sala, l'avvocato Salvatore Scuto: "Tutto secondo copione. Sono almeno 20 anni che gli avvisi di conclusione delle indagini e gli atti dell'inchiesta si conoscono in edicola". 

Secondo la coordinatrice lombarda di Forza Italia Mariastella Gelmini nel comportamento del sindaco di Milano, Giuseppe Sala,"c'è una certa contraddizione e una confusione comprensibile. Ma noi siamo garantisti anche quando le vicende riguardano gli avversari". "Io ricordo le parole impietose nei confronti di Berlusconi, oggi ascoltiamo il ministro Orlando scandalizzarsi per la pubblicazione di intercettazioni non rilevanti - ha proseguito -, meglio tardi che mai. A noi interessa il valore del garantismo che portiamo avanti anche quando di mezzo c'è il sindaco Sala". A Forza Italia "interessa il giudizio politico su Sala, che è negativo perché in questo anno non è emersa la capacita di governare la città - ha aggiunto -, a partire dal patto per Milano, tanto strombazzato ai tempi del governo Renzi, ma che non ha risolto problemi e qualità della vita in periferia". Secondo Mariastella Gelmini in questo suo primo anno di governo Sala ha "detto tante parole ma i fatti sono stati pochi. Il bilancio è veramente misero - ha concluso -. Ci sono stati aumenti delle tasse, poche delibere approvate in Consiglio. Infine c'è una giunta allo sbando, con molti assessori che vogliono lasciare la poltrona per candidarsi alle regionali o alle politiche". 

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