Expo, negato il pass a 600 lavoratori: è giallo sui 'motivi di sicurezza'

Oltre 60mila persone schedate: oggi faccia a faccia tra Sala e prefetto

Expo 2015

Expo 2015

Milano, 5 giugno 2015- Sessantamila profili di lavoratori di Expo passati ai raggi X. Per seicento di questi, la Questura di Milano ha alzato il cartellino rosso: non possono entrare per «motivi di sicurezza». Sono questi i numeri del caso dei pass negati o ritirati a persone assunte per lavorare tra i padiglioni di Rho, ma ritenute dalla Questura «non idonee» rispetto agli standard di sicurezza del sito. Per molte di loro, allo stop è seguita la lettera di licenziamento o non è stato rinnovato il contratto. Al netto dei numeri, la matassa resta ingarbugliata, perché non sono stati ancora chiariti i criteri utilizzati dalle forze di polizia per bloccare l’emissione del pass di accesso.

Ieri il caso è finito al centro del «tavolo manodopera», organizzato dalla Prefettura di Milano con la Questura, la società Expo spa e i sindacati. I controlli sono iniziati tra l’autunno del 2013 e i primi mesi del 2014, sulla base di procedure che le forze dell’ordine hanno equiparato a quelle adottate per le Olimpiadi di Torino o per il vertice Asem dello scorso anno a Milano. «Ma non ci dicono né quando Expo è stato proclamato sito sensibile, né quali sono i reati considerati – attacca Antonio Lareno, responsabile Expo per Cgil Milano –. Mentre in fase di cantiere, il protocollo Sigexpo firmato con la prefettura incardinava i reati, qui non si conoscono neanche le modalità con cui sono stati gestiti i dati».

La partita è aperta. Da un lato c’è la proposta di un protocollo per riconoscere il sito come sensibile, come già succede nella gestione degli staff degli aeroporti, dall’altro nella stessa società Expo circola l’idea di non alzare più barriere ai lavoratori. Il cartellino rosso della Questura è, di fatto, un parere non vincolante, tuttavia di prassi le imprese coinvolte nell’Esposizione universale si adeguano al verdetto. Oggi è in programma un faccia a faccia tra il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, e il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, «per trovare una sintesi», ha spiegato il primo, che ha rilanciato incontri «settimana prossima per capire meglio» con Questura e sindacati. «Spero che settimana prossima sia fatta definitivamente chiarezza – scrive su Facebook l’assessore al Lavoro del Comune di Milano, Cristina Tajani –. Non vi può essere alcun sospetto di violazione di diritti costituzionali o dello Statuto dei Lavoratori: sarebbe inaccettabile».

Il tavolo manodopera ha prodotto un risultato: la Prefettura metterà nero su bianco con Cgil, Cisl e Uil una procedura con cui i lavoratori interdetti potranno avere spiegazioni circa la loro posizione e, in caso di informazioni «inesatte», ottenerne la revisione. Nel frattempo, è pronto il primo ricorso per «licenziamento discriminatorio», da parte di uno dei lavoratori lasciati a casa dopo che il suo pass era stato bloccato. E la rete San Precario ha lanciato una raccolta firme per ottenere lo stop dei controlli. Cgil, Cisl e Uil sono impegnati anche nella verifica della regolarità dei contratti stipulati dalle agenzie interinali per Expo. Questa settimana c’è stato il confronto con Gi-group. «Esito positivo», commentano le sigle confederali. Lunedì prossimo tocca ad Adecco.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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