Dopo Expo: "Human Technopole, siamo pronti a partire"

A regime darà lavoro a 1.500 persone. A gennaio parte il reclutamento del personale

Roberto Cingolani

Roberto Cingolani

Milano, 5 settembre 2016 - "Siamo in dirittura d’arrivo", sospira Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (Iit). Oltre 100 incontri in pochi mesi per rimodulare il progetto dello Human Technopole secondo le raccomandazioni arrivate dai valutatori internazionali. Quattro riunioni anche ad agosto. Dieci gli esperti che hanno provveduto a riscriverlo. Ora per il centro di ricerca che dovrà dare la cifra della seconda vita del sito Expo e per l’Iit, chiamato dal premier Matteo Renzi a focalizzarne l’obiettivo di ricerca, è arrivato il momento di partire per davvero. Tant’è che Cingolani è sicuro di poter partire già a gennaio con la chiamata internazionale per il reclutamento del personale che dovrà lavorare nello Human Technopole. "Se l’agenda viene rispettata – dice per l’esattezza Cingolani da quel di Cernobbio – da gennaio faremo subito le call internazionali per i direttori dei centri di ricerca". Perché questo avvenga servono due passaggi. Innanzitutto il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) deve dare il “via libera” al progetto, come già fatto dal Ministero dell’Istruzione della Ricerca (Miur), quindi il Coniglio dei ministri potrà approvare il decreto col quale fissa fondi e governance dell’operazione. Due passaggi che saranno compiuti nel giro di pochi giorni, assicura il ministro Maurizio Martina.

La messa in calendario per gennaio della caccia ai cervelli non dovrebbe quindi essere disattesa. Come noto, lo Human Technopole, a regime, darà lavoro a 1.500 persone, così divise: 1.200 ricercatori e 300 amministrativi. "La procedura internazionale di reclutamento – fa sapere Cingolani – durerà almeno un anno: tanto è il tempo che passerà tra il lancio della call e il momento in cui i ricercatori iniziano a lavorare. Cercheremo innanzitutto i direttori dei sette centri di ricerca che compongono lo Human Technopole". A quel punto si procederà a cascata, "saranno i direttori di ricerca a cercare a loro volta le risorse più promettenti".

La spesa prevista per ogni ricercatore è in media di 90mila euro per un totale di 140 milioni di euro. Tutt'altro che secondaria, perché si possa davvero partire, la questione logistica. La possibilità di avviare i primi laboratori negli spazi degli atenei milanesi è tramontata, lo Human Technopole sarà fin da subito domiciliato sul sito dell’Esposizione Universale del 2015. "Insieme ad Arexpo (la società proprietaria dei terreni ndr) abbiamo individuato 10-12 ex padiglioni che possono fare al caso nostro. Ora dobbiamo rivederci per passare alla fase più operativa" spiega Cingolani. Lo Human Technopole occuperà 30mila metri quadrati di spazi, il sito si estende per 1,1 milioni di metri quadrati. Ma nella fase iniziale, per i primi laboratori, bastano "5-6mila metri quadrati". Logistica, reclutamento e, infine, "gli accordi da siglare con le realtà chiamate a dialogare con un centro di ricerca come il Technopole, vale a dire: ospedali e aziende". Un puzzle a più pezzi ma nei prossimi giorni, salvo sorprese, i pezzi che contano saranno messi al loro posto. "C’è ottimismo2 conferma Cingolani.

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