Il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, che due giorni fa ha accompagnato un malato a morire in Svizzera, ieri si è autodenunciato alla Procura, ha spiegato che "sono sempre di più le persone che si rivolgono all’associazione". "Devo chiedere aiuto, le persone che ci contattano sono sempre di più - ha detto -. Questo non è problema che si può nascondere sotto il tappeto, ma è sempre più un problema urgente. Spero che ci siano altre persone pronte ad assumersi questa responsabilità. Non posso farmene carico da solo. È un invito esplicito a tutti ad aiutarci con tutti i modi possibili in questa operazione di disobbedienza civile". L’ultimo caso di eutanasia è stato quello di Romano, l’uomo di 82 anni, malato di una forma gravissima di Parkinson che Marco Cappato ha accompagnato a morire tramite suicidio assistito ha viaggiato verso la Svizzera "grazie a un’autovettura di trasporto speciale per disabili, con possibilità di fissare la carrozzina alla quale era inchiodato". Lo ha raccontato lo stesso Cappato il quale ha aggiunto che la speciale autovettura era stata portata a Milano da Felicetta Maltese, punto di riferimento della campagna referendaria a Firenze. "Grazie a questa autovettura, che mi è stata portata da Reggio Emilia a Milano, sono andato a prendere Romano, l’ho caricato e ho fissato la carrozzina - ha proseguito Cappato davanti alla caserma dei carabinieri nella quale è andato a denunciarsi - La moglie di Romano è salita in macchina con me. Non poteva fare altrimenti perché Romano aveva bisogno di continua assistenza". Le persone che hanno aiutato potrebbero essere accusate di reati? "Questo lo valuterà la Procura", ha risposto Cappato, aggiungendo che nelle cinque ore di viaggio l’uomo non riusciva quasi a parlare, salvo accennare a un ringraziamento e chiedere che potesse sentire musica classica".