Espulso dalla Prefettura, gli avvocati fanno ricorso: "E' un cittadino italiano"

Due identità per la stessa persona. Documenti falsi o errore giudiziario?

Ivano Chiesa, avvocato di Fabrizio Corona

Ivano Chiesa, avvocato di Fabrizio Corona

Milano, 20 luglio 2019 - Due identità diverse per la stessa persona, un decreto di espulsione della Prefettura di Milano al centro di una battaglia legale perché, secondo gli avvocati Ivano Chiesa e Mario Fortunato, sarebbe stato emesso nei confronti di un «cittadino italiano». Un “furbo” in possesso di documenti falsi o la vittima di un errore giudiziario, trattenuto da giorni nel Centro di permanenza per i rimpatri di Torino? Per i difensori la reale identità dell’uomo è quella di Mario Hudorovic, nato il 26 maggio 1990 in Italia, a Bovolone (Verona), e residente in corso Buenos Aires a Milano.

Cittadino italiano. Per la Prefettura, che lo scorso 13 luglio ha disposto l’espulsione, l’uomo è invece Djuliano Jovanovic, nato in Serbia il 3 marzo 1986, clandestino in Italia. E i documenti italiani sarebbero falsi oppure ottenuti con l’inganno. I legali, che hanno recuperato l’atto di nascita con il timbro del Comune di Bovolone, hanno presentato al giudice di pace di Milano un ricorso contro l’espulsione, sostenendo che «con il provvedimento si arriva a legittimare l’espulsione di un soggetto rispetto al quale non è stata acquisita la prova della sua identità e della sua provenienza estera» con una violazione «dei più elementari diritti della persona».

Nei giorni  scorsi l’uomo era stato fermato per un controllo dalle forze dell’ordine. Ha mostrato la carta d’identità italiana, ma dalle verifiche è emerso anche l’alias, corrispondente al cittadino serbo di 33 anni Djuliano Jovanovic. Ne è derivato il provvedimento di espulsione e il trasferimento nel centro in attesa del rimpatrio, che non è ancora avvenuto. I difensori, però, documenti alla mano, sostengono che l’uomo è nato nel Veronese e risiede a Milano. Se dovesse essere espulso, si legge nel ricorso, il «Ministero italiano» si «sarebbe reso promotore di un provvedimento di allontanamento a carico di un proprio concittadino». Al giudice di pace il compito di dirimere la questione.

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