Esplosione in via Brioschi, assicurazione beffa: niente danni alle bimbe vittime del rogo

La clausola esclude dai risarcimenti la famiglia di chi causa disastri

Tecnici al lavoro in via Brioschi (Newpress)

Tecnici al lavoro in via Brioschi (Newpress)

Milano, 16 luglio 2016 - Quell'esplosione maledetta si è portata via la mamma e in pratica anche il papà. E loro due, ferite nel corpo e nell’animo, troppo piccole per sopravvivere da sole ma non abbastanza per non capire, saranno le uniche a non poter ricevere neppure un risarcimento per i devastanti danni fisici e morali che hanno subìto nello scoppio della palazzina di via Brioschi. È un futuro difficile quello che attende le due figlie di Micaela Masella, 43 anni, una delle tre vittime della fuga di gas, e di Giuseppe Pellicanò, 51, l’ex compagno della donna, padre delle bambine ma anche l’uomo che ha confessato di aver provocato lo scoppio perché non voleva perdere Micaela o, meglio, perché voleva perdersi insieme a lei e alle piccole. È finita in un altro modo. Pellicanò e le figlie si sono salvate, pur con gravi ustioni, ma oltre alla donna è morta pure una coppia di ragazzi marchigiani, Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa, entrambi 27 anni, che abitavano nell’appartamento adiacente.

E ora che le settimane dalla tragedia stanno scorrendo, mentre Pellicanò resta in carcere guardato a vista e il tribunale per i minori gli ha sospeso, sia pure parzialemente, la responsabilità genitoriale sulle figlie, l’ odissea delle bimbe sembra appena all’inizio. Affidate per il momento al Comune di Milano, ma consegnate a vivere nella casa dei nonni materni, è probabile che più avanti, quando i processi saranno stati celebrati, le bambine (7 e 11 anni) possano crescere nella famiglia della zia materna, la sorella di Micaela, dove troverebbero fra l’altro un cuginetto della loro età.

Praticamente impossibile, però, che possano ottenere un risarcimento per quanto accaduto in via Brioschi. Non è la prima volta che a Milano edifici esplodono a causa di gas fatto uscire volontariamente da qualche inquilino che voleva togliersi la vita. E fu proprio dopo la tragedia avvenuta più di vent’anni fa in viale Monza - con i morti e la devastazione seguita - che la società distributrice pensò di cautelarsi con un’assicurazione pagata in piccola quota in bolletta da tutti i cittadini, che però copre con adeguati massimali i rischi legati alla fuga di gas anche non accidentale ma per suicidio o tentato suicidio.

Parenti delle vittime e feriti di via Brioschi saranno dunque risarciti, esclusi però (come da clausola specifica) i familiari della persona che ha provocato il disastro, cioè Pellicanò, e dunque tagliando fuori proprio le sue bambine. Nel frattempo, dopo i giorni dolorosi trascorsi in ospedale nel reparto ustionati di Niguarda, alla vigilia delle dimissioni qualcuno ha dovuto dire con dolcezza alle piccole che non potranno più rivedere la loro mamma, volata via quella maledetta mattina di domenica 12 giugno. Nessuno, però, ha ancora trovato il coraggio di aggiungere che a provocare quella devastazione è stato il loro papà. Per ora non sanno che lui è in cella e che passerà molto tempo prima che possano rivederlo. Lo credono in un altro ospedale.

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