Milano, 28 giugno 20156 - E' il giorno dei funerali di Micaela Masella, rimasta uccisa, assieme a una coppia di ragazzi marchigiani che vivevano nell'appartamento a fianco, nell'esplosione della palazzina di via Brioschi. La città è oggi in lutto cittadino e tutte le bandiere negli uffici pubblici sono esposte a mezz'asta. Nella chiesa dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore in Brolo hanno campeggiato i gonfaloni della Regione, del Comune e della città metropolitana e tanti sono i mazzi di fiori deposti ai piedi dell'altare. Alla funzione era presente anche il sindaco Giuseppe Sala, che ha firmato il quaderno delle firme all'ingresso della chiesa ed entrato senza rilasciare dichiarazioni. Dopo aver espresso le condoglianze ai genitori della vittima, si è seduto in prima fila insieme agli assessori Pierfrancesco Majorino e Marco Granelli. Commossi amici e parenti. "Tutti la rimpiangono. Pensiamo alle nostre nipoti che adesso stanno meglio" sono le uniche parole di Renata Masella Bestetti, madre della 43enne. accanto a lei il marito, Aldo Masella, direttore del centro studi coreografici al teatro Carcano, i colleghi di lavoro e gli studenti della scuola di danza per i quali "era una seconda mamma". Le figlie di 7 e 11 anni si trovano ancora ricoverate al Niguarda, insieme all'ex marito Giuseppe Pellicanó. I funerali delle altre due vittime, Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, i giovani marchigiani di 29 e 28 anni che vivevano nell'appartamento accanto a quello dei Pellicanó, sono già stati celebrati pochi giorni dopo l'esplosione nel loro paese d'origine. Micaela Masella era "una giovane mamma, una figlia e una sorella" e oggi, "siamo qui per affidarla a Gesù". Così è iniziata l'omelia di don Alfredo, uno dei sacerdoti della comunità parrocchiale. "È difficile - ha proseguito il sacerdote - trovare parole in momento come questo perché le nostre parole sono fragili. Di fronte al dolore non si può dire nulla, solo sostare in silenzio, come avete fatto voi sperando che questo fosse un incubo. Dall'altro lato al silenzio si alterna la voglia di urlare 'perché?'. Quello che è accaduto non ha colpito solo Micaela e la sua famiglia, ma tutti noi che ci sentiamo inermi, colpiti nella nostra meravigliosa città, nella casa che vediamo come il luogo più sicuro e intimo. Si è spenta una gioia, si è spezzata una vita travolgendoci tutti. Oggi siamo chiamati a non parlare troppo, ma a guardare questo evento della morte di Micaela con gli occhi della fede, con gli occhi di Gesù che sono gli occhi dell'amore". Citando la prima lettura tratta dal libro della Sapienza, il sacerdote ha invitato a "non disperare perché le anime dei nostri cari sono nelle mani di Dio. Noi ti pensiamo così, Micaela, sei nella pace, nelle mani di Dio". Proseguendo nell'omelia, il sacerdote ha citato la sorella di Micaela, Alessia che "mi diceva come da questo dolore sia già scaturito qualcosa di positivo: un mare d'amore ha avvolto la nostra famiglia", ha detto. E, provando a immaginare quelle che Micaela avrebbe voluto, il sacerdote ha detto: "Andate avanti, fatelo per Linda e Aurora (le figlie, ndr) e per tutti quelli che ho amato". L'omelia si è conclusa con un ricordo anche per Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa, morti insieme a Micaela nello scoppio di quel 12 giugno. "Qui - ha concluso il prete - a due passi dal Carcano oso dire che questa non è la chiusura anticipata di un sipario che non si chiude mai sul palcoscenico straordinario di una vita vissuta". Alla cerimonia era presente anche l'attuale compagno della donna, Salvo. Al termine della funzione, Alessia ha salutato la sorella: "Cara Micaela - ha esordit o- questo è il momento dei saluti. Il mio, delle tue bambine, della mamma e del papà, dei cugini e zii e di tutti i tuoi estimatori. Ora - ha aggiunto - tu sei in un posto dove non entrano altro che amore e pietà e non trovano spazio illazioni e dicerie. Dal prossimo settembre io, papà e i collaboratori saremo, come al solito, ai nostri posti. Dacci uno sguardo ogni tanto, ci contiamo".