Esplosione via Brioschi, consulenti della difesa: "Vizio totale di mente per Pellicanò"

I periti psichiatrici nominati dal Tribunale ritengono invece che il vizio di mente di Pellicanò fosse soltanto "parziale"

Il palazzo di via Brioschi devastato dall'esplosione

Il palazzo di via Brioschi devastato dall'esplosione

Milano, 24 febbraio 2017  - "Vizio totale di mente  per Giuseppe Pellicanò". Lo sostengono consulenti psichiatrici nominati dalla difesa del pubblicitario di 51 anni che si trova in carcere dal 1 luglio scorso con l'accusa di strage. L'uomo svitò il tubo del gas del suo appartamento causando quella fuga di metano che, la mattina del 12 giugno scorso, provocò l' esplosione della palazzina di Via Brioschi e la morte di tre persone: la sua compagna, Micaela Masella, e una coppia di fidanzati, originari del Maceratese ed entrambi 27enni, Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, che vivevano nell'appartamento accanto al suo.

Nella consulenza della difesa, redatta dagli psichiatri Giuseppe Sartori, Piero Petrini e Stefano Zago e depositata nei giorni scorsi, Pellicanò viene descritto come un uomo colpito da una profonda "depressione", affetto da "sonnanbulismo" fin da quando era giovane e da tempo incline all'"abuso di farmaci". E sarebbe stato proprio questo mix di cause ad aver determinato la sua totale incapacità di intendere e di volere.

I periti psichiatrici nominati dal Tribunale ritengono invece che il vizio di mente di Pellicanò fosse soltanto "parziale". La sua "capacità di intendere e di volere al momento del fatto - sottolineano nella perizia - era, per infermità, grandemente scemata", ma non totale. E Isabella Merzagora, Franco Martelli e Marco Zucconi - questi i nomi dei tre consulenti del Tribunale - lo hanno ribadito questa mattina davanti al gip di Milano, Giusy Barbara, durante l'incidente probatorio sulla perizia psichiatrica, il cui esito è stato a questo punto "cristallizzato" e potrà essere presentato con valore di prova nell'eventuale dibattimento.

La difesa di Pellicanò, rappresentata dall'avvocato Giorgio Perroni, punta a ottenere il riconoscimento dell'infermità totale di mente che renderebbe il pubblicitario non più imputabile. Ma, alle richieste di chiarimento della difesa, i tre periti nominati dal gip hanno risposto escludendo categoricamente che il pubblicitario fosse totalmente incapace di intendere e di volere. Concluso l'incidente probatorio sulla perizia psichiatrica, l'inchiesta condotta dal pm Ramondini si avvia verso la conclusione. Una volta ricevuta la notifica dell'avviso chiusura indagine, il pubblicitario avrà 20 giorni di tempo a sua disposizione per presentare richieste di eventuali riti alternativi. La scelta del giudizio abbreviato gli consentirebbe di beneficiare, in caso di condanna, dello sconto di un terzo della pena.

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