In coda per l’esorcismo nell’ex Lazzaretto: "Curiamo le anime (perché il Diavolo esiste)"

Milano, reportage nel monastero ortodosso di via San Gregorio: donne in preghiera e svenimenti. "I posseduti? Sono rarissimi, spesso si tratta di problemi psicologici"

Tre donne dell’Est Europa, con ampie gonne e il capo coperto da un foulard, si presentano in chiesa con un neonato in braccio. Ci sono fedeli della comunità eritrea, russi e ucraini divisi dalla guerra ma uniti dalla religione, alcuni italiani. Poco prima delle 19 si presentano nel monastero ortodosso in via San Gregorio 5, costruito dove un tempo sorgeva il Lazzaretto di Milano, a pochi passi dalle luci, dalle vetrine e dal traffico di corso Buenos Aires. Riempiono la chiesa con una capienza di circa 100 persone. Chi non trova posto si raduna nel cortile per partecipare al rito di San Cipriano, una antichissima “preghiera di liberazione“ presieduta dall’arcivescovo monsignor Avondios, esorcista. "Il più grande inganno del diavolo è far credere che non esiste – spiega monsignor Avondios –. Il diavolo è un buco nero, una forma di cancro che diventa realtà attraverso il male, i crimini, la delinquenza. Il diavolo è come il coronavirus: ha bisogno di corpi sani per infettare gli altri". Durante le fasi della preghiera (fotografate da Andrea Fasani) viene esposta la reliquia di San Cipriano, un frammento osseo conservato nel monastero di via San Gregorio. Nel momento culminante del rito i fedeli sentono "un senso di pace, di liberazione dalla negatività". Un paio perdono le forze e si accasciano, sorretti dagli altri. Monsignor Avondios copre il loro volto con la stola, avvicina il crocifisso o la reliquia, attende la reazione.

«Se nel momento in cui mi avvicino la persone trema, si spaventa o diventa aggressiva significa che c’è qualcosa che non va – spiega – ma questo non significa che sia posseduta dal diavolo. Nel 90% dei casi potrebbe trattarsi di suggestione o problemi psicologici, e in questo caso consiglio di rivolgersi a uno specialista. In altri casi, molto rari, potrebbe esserci una possessione". Nei suoi anni di attività da sacerdote esorcista, monsignor Avondios ricorda due episodi.

«Una volta si è presentata una signora di 70 anni, calabrese – racconta – che all’improvviso durante l’esorcismo ha iniziato a insultarmi nella mia lingua, il romeno. Un’altra persona si è sollevata per aria di pochi centimetri, al termine del rito mi sentivo pesante come un macigno, non riuscivo più ad alzarmi da terra. Queste persone sviluppano una forza straordinaria, un’aggressività e altri sintomi che possono essere ricondotti anche alle malattie mentali. Per questo il confine è sempre sfumato. Un giorno un ragazzo si è presentato qui completamente ubriaco, aveva appena provocato un grave incidente stradale. L’ho accompagnato dalla polizia per denunciarsi". Terminata la cerimonia i fedeli defluiscono con calma della chiesa, si confondono tra le luci delle vie dello shopping. Alcuni portano a casa candele, da accendere giorno dopo giorno recitando la preghiera. "È una pratica “sana“ – conclude il sacerdote – in un periodo che vede tante persone attratte dall’esoterismo, dalla magia, da uno spiritismo condannato dalla Chiesa, che può sfociare nel satanismo".

 

 

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