Esonero entro novembre? Il mister può tornare

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La notizia è di poche settimane fa, e, almeno sulla carta, l’accordo fra Associazione Italiana Calciatori e Lega Nazionale Dilettanti rappresenta qualcosa di storico: i tecnici (delle prime squadre o dei settori giovanili) esonerati potranno infatti rilanciarsi già a stagione in corso. Tutto questo per dare subito una seconda chance a chi è stato “sollevato dall’incarico“ dopo le prime giornate di campionato (come l’ex Lecco Alessio Tacchinardi, nella foto), senza dover buttare via un’annata e aspettare quella successiva per rimettersi in gioco. Due le condizioni: che l’esonero sia avvenuto prima del 30 novembre (in questo caso del 2022) e che il nuovo tesseramento sia per una società che partecipi a un girone diverso dalla squadra con cui il “mister“ ha iniziato la stagione, o a un campionato differente in caso ci sia un solo girone nello stesso. Quindi se un tecnico è esonerato in una squadra di Eccellenza girone B, potrà allenare ancora in quel campionato, ma in altro girone, oppure in qualsiasi torneo LND, sia prima squadra che settore giovanile (l’eventuale accordo economico sottoscritto dall’allenatore poi esonerato, decade nel momento in cui il tecnico si tessera per il nuovo club). Fondamentale specificare che tutto ciò decade in caso di dimissioni da parte dell’allenatore.

Insomma, un cambio di rotta quel che si evince dal Comunicato Ufficiale numero 108 pubblicato dalla LND: almeno sulla carta una mano tesa a tanti allenatori con l’obiettivo di far vivere loro la stagione in un modo decisamente diverso, senza le ansie di una nuova avventura alle dipendenze di vulcanici presidenti che magari ti mettono alla porta dopo poche settimane. Ma la nuova regola offre anche più possibilità di scelta da parte delle società che hanno deciso di cambiare prima del tempo.

Ci saranno comunque gli “scontenti“: quei tecnici esonerati dal 1° dicembre in avanti e anche gli istruttori dell’attività giovanile di base (quindi le scuole calcio), questo per evitare possibili ripercussioni sui bambini delle singole società. Ma scontenti sono pure i tanti allenatori comunque disoccupati: "Perché alla fine se hai uno sponsor non c’è partita, e chi ha fallito già una volta può riprovarci con più facilità. Basta dare qualcosa in cambio", spiega un allenatore in attesa di chiamata.

G.M.

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