Milano: spunta l’erisimo, l’erba rara dei cantanti

Semi cercati per anni ma nessun risultato. Poi l’avvistamento e la gioia degli studenti di Agraria: "Vogliamo studiare la pianta dal punto di vista alimentare"

Angela Bassoni con l'erisimo (Newpress)

Angela Bassoni con l'erisimo (Newpress)

Milano, 23 settembre 2017 - È conosciuta come «erba dei cantanti» perché, assicurano gli addetti ai lavori, fa miracoli contro l’afonia e la raucedine. Tanti artisti non ne possono fare a meno prima di un concerto. È la pianta di erisimo: cresce nei terreni incolti, vicino a centri abitati, tingendo il verde col giallo dei suoi fiorellini gialli a forma di croce. Ma trovarla è molto difficile. Se ne sono resi conto professori e studenti del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, l’ambiente e la nutrizione dell’Università degli Studi, Facoltà di Agraria, che hanno cercato invano, per mesi, la pianta «fresca» in giro per campi e serre, o i semi, con l’obiettivo di individuarne i principi attivi e sperimentare impieghi alimentari. Finché, a sorpresa, l’avvistamento: cespugli di erisimo sono spuntati in un’aiuola di Città Studi, davanti alla Facoltà, tra le vie Celoria e Colombo. «L’erisimo era lì, tra le auto parcheggiate. E pensare che avevamo sguinzagliato botanici e ci eravamo persino rivolti a un collezionista inglese per trovarne i semi, che poi si sono rivelati essere di un’altra pianta. Avevamo gettato la spugna», svela Angela Bassoli, docente di Chimica organica.

Era luglio 2016. Un lieto fine da fiaba che ha svelato il tesoro nascosto. L’aiuola è stata recintata in nome della scienza, dopo aver ottenuto i permessi dal Comune, con lo sponsor Ingegnoli. E con le preziose foglie e semi di erisimo professori e studenti si sono quindi messi al lavoro. «L’erisimo è impiegato soprattutto in erboristeria – spiega Bassoli –. Noi vogliamo studiare la pianta dal punto di vista alimentare». I risultati ci sono già: nell’anno trascorso, in università è stata prodotta la “birra del cantante” e anche miele. Le foglie hanno un gusto amaro di cavolo e, in Europa, i semi sono utilizzati per la produzione di mostarda. All’Università degli Studi si guarda oltre. «Chissà che qualche chef non sia interessato a creare qualche pietanza originale. O che qualcuno voglia produrre “la birra del cantante” a livello industriale». Oggi, dalle 10 alle 12 sarà possibile guardare da vicino i lavori perché la Facoltà di Agraria aprirà i battenti in occasione della manifestazione GreenCity. Attivi il comitato Fai e il gruppo Facebook «Che ne sarà di Città Studi», in prima linea contro lo spostamento ipotizzato delle Facoltà scientifiche a Rho: «È importante – dice Silvia Malavasi, del comitato – valorizzare le Facoltà scientifiche di Città Studi, che lavorano in sinergia, e riuscire a creare una sorta di scambio tra l’università, il quartiere la città. Siamo qui per mostrare solidarietà«. «L’erisimo spuntato davanti all’università è un buon auspicio», sottolinea Mariolina De Luca, consigliera di Municipio 3 dei Verdi (capogruppo Sinistra X Milano).

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