Episodi aumentati durante la dad "Sos dei ragazzi cresciuti di 5 volte"

Migration

Gli episodi di bullismo e cyberbullismo hanno avuto un’impennata nel periodo di pandemia. L’allarme è stato lanciato mesi fa dalla Fondazione Carolina, voluta da Paolo Picchio, papà di Carolina, la ragazzina che si tolse la vita a 14 anni nel gennaio di 9 anni fa perché vittima di cyberbullismo. Per prima cosa, sono emersi disturbi nei giovanissimi: crisi di panico, inappetenza, apatia, alienazione e dipendenza da web. E nei lunghi mesi della didattica a distanza, gli episodi di cyberbullismo e violenza on line sono aumentati, stando alle richieste di aiuto ricevute dalla fondazione nei periodi di restrizioni più pesanti: cresciute fino a 5 volte rispetto al 2019, prima del Covid. Un picco di 300 al mese a fronte di una media di 50 prepandemia. E, solo nel 2021, il servizio Re.Te (Rescue Team) di Fondazione Carolina per il supporto immediato e multidisciplinare nei casi di cyberbullismo e violenza online ha attuato 23 interventi a livello nazionale. Circa il 25% riguarda la Lombardia, in particolare Milano e hinterland. Durante i periodi di lockdown, la fondazione aveva già reso nota la natura delle segnalazioni: il 40% riguardavano il bullismo tradizionale; il 35% quello verso docenti e lo zoombombing (l’intrusione indesiderata di estranei durante le lezioni a distanza), il 10% la creazione di gruppi illegali di Telegram. Ancora: il 6% il sexting (l’invio di messaggi, testi o immagini sessualmente espliciti on line). Il 4% verteva invece sulla richiesta di informazioni nel rapporto tra genitori e figli, il 3% su problemi di revenge porn (la condivisione pubblica di immagini o video intimi senza il consenso dei diretti interessati) e il 2% sull’adescamento.

M.V.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro