Energia Dipendenze in agguato

Achille

Colombo Clerici*

Ci si chiede se l’autarchia in campo energetico sia una utopia o possa essere un obiettivo. In occasione della recentissima Giornata della Terra la presidente della Commissione Europea ha confermato l’impegno a ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 60% entro il 2030 rispetto al 2005. Ancora più ambizioso l’obiettivo al 2050: net emissions zero. Impegni lodevoli ma che rischiano di rimanere teorici, ancorché sanzionati in caso di inottemperanza alle diverse direttive. Prendiamo ad esempio due importanti settori economici coinvolti: immobiliare e automotive. I proprietari di fabbricati privati dovranno efficientarli sul piano energetico entro il 2030 in conformità a rigorosi requisiti, mentre gli edifici pubblici dovranno essere rinnovati entro il 2027. Il 15% delle circa 220 milioni di case nell’Ue sarà interessato dalla direttiva sulla ristrutturazione e decarbonizzazione; mentre le industrie automobilistiche dovranno concentrarsi esclusivamente sull’elettromobilità alimentata a batteria.

Tali politiche sottopongono a stress i sistemi economici dei Paesi comunitari, con rischi di squilibri e crisi. Esperti del Fmi stimano che per sostituire i carburanti fossili con tecnologie pulite occorre moltiplicare per otto gli investimenti in fonti rinnovabili (eolico, solare, idroelettrico). Ma per fabbricare pale, batterie e componenti dei motori elettrici occorre triplicare l’estrazione di minerali (vanadio, litio, cobalto, grafite, nickel eccetera) che si trovano prevalentemente in Paesi extra UE: in particolare nella Cina che li estrae dal proprio territorio oppure da miniere situate in altri Paesi dalla stessa controllati.

Due le conseguenze principali: esplosione dei prezzi delle materie prime e dipendenza dall’estero con importanti conseguenze geopolitiche. Le tensioni con la Russia causate dall’invasione dell’Ucraina hanno messo in luce quanto questa dipendenza sia pericolosa. È necessario potenziare al massimo la produzione autoctona di energia (nucleare, estrazione di metano, fonti rinnovabili). E diversificare le fonti di approvvigionamento dall’estero: ma, a parte le difficoltà operative, si calcola che nei prossimi anni ciò comporterà il trasferimento di 13mila miliardi di dollari dai Paesi consumatori a quelli fornitori delle materie prime.

* Presidente Assoedilizia

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro