A Milano atterra Eminem, un eroe per 80mila all'Area Expo

Cachet sui 2,5 milioni di euro per lui, ma incassi al doppio. "L’unica Hall of Fame per me è sul muro della vergogna..."

Marshall Bruce Mathers III, meglio conosciuto come Eminem

Marshall Bruce Mathers III, meglio conosciuto come Eminem

Milano, 7 luglio 2018 - Non tutti credevano al successo di Eminem. Davanti ai costi stellari dei suoi show, per anni i promoter italiani si sono voltati dall’altra parte. E pure stavolta il cachet quasi proibitivo del Revival Tour sembra aver acceso discussioni sull’opportunità o meno d’includere Marshall Bruce Mathers III, come si chiama all’anagrafe (ma quando scompare dietro al suo alter ego diventa Slim Shady), nella programmazione dell’estate milanese.

Alla fine ha vinto il coraggio di chi ha saputo vedere più lontano e gli 80mila biglietti volatilizzati in tre ore sono la ricompensa per la voglia di osare. L’incasso supera i 5,4 milioni di euro a fronte di un cachet tra i 2 e i 2,5 milioni. Potenzialmente l’eroe di “Stan” avrebbe potuto esibirsi addirittura per due sere se è vero che nelle ultime ore su Viagogo un biglietto per il pit dello show in programma stasera all’Area Expo (qui come raggiungere l'area) arrivava a costare anche 350 euro a dispetto dei nominali 80. Eminem è arrivato a Milano in nottata dal cantone svizzero di Thurgau, dove ieri s’è esibito al festival dell’hip-hop Openair Frauenfeld. Finora aveva messo piede in Italia solo per un paio di eventi televisivi come il Festival di Sanremo del 2001, accolto con tutti i riguardi da Raffaella Carrà nonostante la feroce bagarre politica sulla sua presenza in Riviera, e l’edizione 2004 degli Mtv European Music Awards a Roma.  Tanto l’interminabile Anger Menagement Tour, andato avanti dal Duemila al 2005, che il Recovery Tour del 2010 e il Rapture Tour del 2014, come detto, erano rimasti lontani dall’Italia. Centottanta milioni di album venduti, 15 Grammy e primo rapper della storia a vincere l’Oscar per la miglior canzone originale, grazie alla “Lose Yourself” contenuta nel semi-biografico “8 Mile” del regista Curtis Hanson, Eminem è un’icona per milioni di appassionati. Lui le sue le ha elencate tra i solchi di “The Marshall Mathers Lp II” in quella “Rap god” che dice «Io? Sono il risultato di Rakim, Lakim Shabazz, 2Pac, N.W.A, Cube, hey Doc, Ren, Yella, Eazy, grazie a voi, e loro si sono beccati Slim, uno abbastanza ispirato che un giorno è cresciuto, ha sfondato e ha avuto l’occasione di incontrare i Run Dmc e di introdurli nella fottuta Rock n’ Roll Hall of Fame. E invece, anche se io entrassi in una chiesa esplodendo come una palla di fiamme, l’unica Hall of Fame che raggiungerei sarebbe l’alcohol of fame, sul muro della vergogna». Non è dato di sapere se Beyoncé sia già volata a Roma, dove domani prosegue all’Olimpico col marito Jay-Z quell’On The Run II Tour che li ha visti in scena ieri sera a San Siro, certo è che se si trovasse ancora a Milano e decidesse di raggiungere Rho per condividere assieme all’amico la “Walk on water” duettata assieme in “Revival”, invece di lasciare il posto a Skylar Grey, ospite d’onore di questo tour, sarebbe il colpaccio dell’estate musicale. Anche se la Grey ha un curriculum di tutto rispetto; nata Holly Brook Hafermann, collabora con Eminem dal 2009, quando gli scrisse quella “Love the way you lie”, eseguita poi dal rapper di Detroit con Rihanna, che gli è valsa due candidature al Grammy. I due, oltre a “Walk on water”, cantano fra le altre pure “Stan”, in cui lei s’accolla la parte di Dido.   

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