Emergenza profughi nel Milanese, il prefetto sferza i sindaci

Vertice a Palazzo Diotti: Lamorgese torna a chiedere più collaborazione

Il protocollo per l'accoglienza diffusa dei migranti è stato siglato nel 2017

Il protocollo per l'accoglienza diffusa dei migranti è stato siglato nel 2017

Milano, 12 aprile 2018 - L'ennesimo richiamo alla responsabilità è arrivato ieri mattina. Un richiamo molto energico, stando a quanto filtra da Palazzo Diotti, per ribadire ancora una volta ai presenti – e a coloro che rappresentavano – che sull’accoglienza dei profughi non ci si può voltare dall’altra parte e che l’onere dell’aiuto ai disperati in fuga da guerre e miseria non può ricadere solo su alcuni «volenterosi»; per di più in un periodo in cui il quasi azzeramento degli sbarchi ha ridotto drasticamente il numero dei nuovi arrivati e di conseguenza gli impegni in carico a ciascuno degli attori in campo.

In sostanza, la sintesi del ragionamento che il prefetto Luciana Lamorgese ha fatto ai sindaci della Città metropolitana convocati in corso Monforte per il tavolo di monitoraggio sul Protocollo per l’accoglienza diffusa siglato nel maggio 2017 da 76 Comuni (poi saliti a 87 nei giorni successivi): presenti i primi cittadini di Cinisello Balsamo, Inveruno, Pioltello, Robecco sul Naviglio, Rho, Rozzano e San Donato Milanese, ognuno per le rispettive zone omogenee; per il Comune c’era l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, che più volte insieme al sindaco Giuseppe Sala ha chiesto alle altre amministrazioni di fare la loro parte sul fronte migranti e di non lasciare da sola Milano. «Condivido lo sforzo del prefetto di utilizzare costruttivamente questi mesi – fa sapere Majorino –. Come città abbiamo dato tanto e vogliamo insistere, ma serve maggiore protagonismo di tutti». Su posizione opposte, com’è dall’inizio dell’emergenza, il sindaco di Opera Ettore Fusco: «Questi sette sindaci non rappresentano assolutamente alcun collega – afferma l’esponente della Lega –. Non voglio più saperne di chi fa affari con i profughi negli alberghi e in comunità, mentre gli italiani vivono in macchina». Nelle prossime settimane, si capirà se le parole del prefetto avranno sortito effetto oppure no. Intanto, entra nel vivo l’appalto per la gestione dell’ex Cie di via Corelli per il periodo 1° febbraio-31 dicembre 2018: sono rimasti in corsa solo cinque contendenti (Xenia, Tre Fontane, Fratelli di San Francesco, Engel e Azione Sociale), mentre sono stati esclusi in fase preliminare sia gli attuali gestori Gepsa-Acuarinto che Progetto Arca.

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