Milano, 20 novembre 2017 - Un autogol, un assist per le forze euroscettiche. Così a Bruxelles alcuni funzionari dell'Unione Europea, soprattutto quelli di origine italiana, hanno accolto il sorteggio con cui è stata decisa l'assegnazione della nuova sede dell'Ema che ha premiato Amsterdam a scapito di Milano.
Tecnicamente lo spareggio non è avvenuto né con il lancio della classica monetina né con due buste, bensì con due palline contenenti i foglietti con i nomi di Milano e Amsterdam inserite dentro un recipiente trasparente, una specie di bussolotto. In ogni caso l'assegnazione per sorteggio, procedura inedita nella storia dell'integrazione europea, ha destato molte perplessità. «Certo non è un metodo che aiuta la credibilità del sistema», è stato il commento raccolto dall'Ansa da parte di un alto funzionario. L'idea che la decisione sul futuro di migliaia di impiegati delle due agenzie e di tutto l'indotto che ruota intorno a loro sia stata affidata alla sorte, è il ragionamento che rimbalza da un palazzo Ue all'altro, non fa bene all'immagine dell'Europa. Tanto più in un momento in cui c'è un'attenzione quasi paranoica a non utilizzare parole o compiere atti che possano alimentare il sentimento euroscettico. Comunque il metodo, è bene ricordarlo, è stato deciso dal Consiglio dei ministri Ue che forse, in quel momento, aveva preferito scegliere un sistema più tecnico e meno soggetto a mercanteggiamenti politici. Ma che alla fine ha rimesso la scelta nelle mani del caso, dando l'impressione che l'Ue non sia in grado di decidere
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