Ema, appello di Sala all'Ue: "Milano in gioco fino all’ultimo"

Il sindaco in audizione a Bruxelles: "Ritardi di Amsterdam e ricorso alla Corte: la partita resti aperta"

Il sindaco Giuseppe Sala (NewPress)

Il sindaco Giuseppe Sala (NewPress)

Milano, 17 maggio 2018 - Sono tra le richieste che il sindaco Giuseppe Sala ha avanzato ieri al Parlamento Europeo durante l’audizione sul pasticciaccio brutto e sospetto consumatosi a novembre del 2017 intorno al trasferimento dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) dalla sede attuale di Londra ad Amsterdam. La capitale olandese ha battuto Milano solo al sorteggio ma nelle settimane successive al verdetto sono emerse diverse lacune nel dossier di candidatura. Da qui l’audizione di ieri. Il primo cittadino ha innanzitutto chiesto «un monitoraggio stringente ed effettivo sul trasloco, in particolare sul rispetto delle tempistiche, per garantire la continuità operativa della stessa Agenzia», continuità che, come sottolineato da Sala in un altro passaggio del suo intervento, sembrava essere «l’obiettivo primario dell’intera procedura di relocation». La scadenza da rispettare, per chi non la ricordasse, è quella del 31 marzo 2019: entro questa data deve essere compiuto il trasloco in quella che sarà la sede transitoria concordata. Entro novembre dello stesso anno nella sede definitiva, da costruire da zero.

Seconda richiesta, l’accertamento degli «effettivi costi» dell’approdo ad Amsterdam. Nel dossier olandese si fa infatti riferimento solo ad un incentivo fiscale di 18 milioni di euro «a copertura del trasferimento» in quella che sarà la sede definitiva. Non è finita. Il numero uno di Palazzo Marino ha poi spinto perché resti aperto il trilogo, ovvero il negoziato con il Consiglio e la Commissione europea, fino a quando non ci sarà la decisione di merito della Corte di Giustizia sul ricorso presentato proprio dal Comune. Tre richieste sintetizzabili in una sola: «La nostra proposta – sono ancora le parole di Sala – è che il Parlamento possa prevedere una soluzione di riserva che, in caso di ritardi accertati, assicuri quanto è considerato necessario al buon funzionamento dell’Agenzia. Questa soluzione è Milano». «Qualsiasi ritardo entro novembre 2019 da parte di Amsterdam –ha ammonito il primo cittadino – produrrà gravi danni e rischi alla salute dei cittadini europei.

Quanto al verdetto della Corte, Sala a margine ha precisato: «Stiamo parlando con i nostri legali, non c’è certezza sui tempi, in ogni caso al punto in cui siamo non possiamo che continuare su questa via. La reputazione di Milano esce da questa partita molto migliorata e siccome si parla di altre agenzie in futuro, quella del lavoro o della cybersecurity, io credo che Milano, probabilmente non in questa legislatura, possa legittimamente, dopo quello che ha dimostrato di saper fare attraverso questa sfortunata vicenda, ambire ad avere un’agenzia europea». A supporto del sindaco è intervenuto l’ambasciatore Giovanni Pugliese, della rappresentanza permanente italiana a Bruxelles, confermando come Milano avesse e abbia nel Pirellone «una sede già pronta, operativa e di proprietà pubblica da offrire all’Agenzia Europea del Farmaco per garantirne la continuità operativa nonostante il trasloco. Allo stesso modo Pugliese ha confermato le perplessità del sindaco sulla possibilità che Amsterdam riesca a rispettare i tempi imposti per il trasferimento e fatto sapere, una volta di più, che Milano ha il pieno supporto del Governo italiano. «Il dossier sull’assegnazione dell’Ema resta aperto – assicura Patrizia Toia, europarlmentare del Pd –, sono state accolte dal Parlamento le proposte di tutti i gruppi».

 

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