Ema, dall'Europa niente stop ad Amsterdam

Giovanni La Via gela l’Italia e Milano: "Nell’Europarlamento non esiste una maggioranza contro l’assegnazione della sede dell’Agenzia all’Olanda"

La futura sede Ema di Amsterdam

La futura sede Ema di Amsterdam

Milano, 7 marzo 2018 - Preannuncio di fumata nera dal Parlamento europeo: nell’assise continentale non c’è una maggioranza per stoppare l’assegnazione dell’Agenzia europea del farmaco (in inglese: European Medicines Agency, cioè Ema) ad Amsterdam a causa delle carenze della sede temporanea proposta dalla metropoli olandese e dei ritardi nella costruzione della nuova sede.

Ieri si sono riuniti i relatori-ombra del testo che sarà approvato lunedì sera dalla commissione ambiente del Parlamento europeo e giovedì dalla plenaria. «È emersa la possibilità che i gruppi politici formulino una modifica della proposta legislativa della Commissione Ue che consentirà di avviare i negoziati con gli Stati membri, che quindi dovranno ritornare sul caso – spiega il presidente della Commissione Ambiente, Giovanni La Via (Ap-Ppe) –. Ma ormai è evidente che in aula non esiste la maggioranza per cambiare l’assegnazione ad Amsterdam. Il motivo? Ogni Paese tenterebbe di portare acqua al suo mulino. Molti eurodeputati sono preoccupati per la continuità dell’attività dell’Agenzia e temono che questa sarebbe minacciata se si rimettesse in discussione l’assegnazione». Un altro brutto segnale per Milano sul fronte Ema era già arrivato la scorsa settimana, quando, durante il voto in commissione Affari costituzionali, era stato bocciato l’emendamento presentato da Mercedes Bresso (Pd), che chiedeva di rimettere in discussione la scelta di Amsterdam. «Andando al trilogo (cioè al negoziato fra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue, ndr) rimettiamo in moto il tema istituzionale affermando che il Parlamento deve essere parte di tutto il processo legislativo – continua La Via –. È un assist che noi facciamo al prossimo Governo, che così avrà modo di far valere le proprie ragioni davanti agli altri Stati membri». L’eurodeputato del Ppe-FI Stefano Maullu, intanto, va all’attacco: «In virtù del suo ruolo cruciale da co-legislatore, il Parlamento europeo ha il dovere di riconoscere le incongruenze della candidatura olandese e di promuovere l’avvio di una nuova fase di discussioni per il destino dell’Ema, un dossier gravato da numerose ombre e da dubbi non ancora del tutto dissipati. Tutti gli eurodeputati di buonsenso dovrebbero spingere per una riapertura immediata del dossier, perché le ambiguità sono state anche troppo evidenti».

 

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