Caso Ema, Maroni: "La partita non è chiusa". Sala: "Ora tocca al Parlamento europeo"

La linea del governatore lombardo: "L'unica strada è un 'ravvedimento operoso' da parte del Consiglio europeo che riassegni la sede a Milano"

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni

Milano, 23 febbraio 2018 - "Ema è andata come andata ma la partita non è conclusa. Non confido tanto in un intervento della Corte di giustizia europea" ma "ci vorrebbe un intervento forte del Governo per far riconvocare il Consiglio europeo che con un 'ravvedimento operoso' potrebbe riassegnare Ema a Milano e garantire l'operatività di Ema entro marzo 2019, cosa che al momento non è possibile". Così il presidente della Regione Lobardia, Roberto Maroni, tornando sul caso Ema durante il resoconto di fine legislatura a Palazzo Lombardia. "Ribadisco che questa è l'unica strada possibile - ha proseguito - l'ho detto al presidente Gentiloni, ha detto che è d'accordo ma ancora non l'ha fatto. Ci vuole un po' di coraggio, questa è l'unica strada possibile, tutto il resto è polemica: riempie le pagine dei giornali, ma non riporterà Ema a Milano".

Sulla questione Ema è intervenuto anche il sindaco Beppe Sala: "I Paesi, intorno al tavolo, hanno votato in base a un dossier. Poi sono avvenute due cose che giudico gravi e vedremo se il parlamento le giudichera' altrettanto gravi: la prima e' che le sedi che hanno proposto non erano quelle che stanno proponendo oggi, e sono convinto che gia' lo sapessero; la seconda e' che ci hanno provato sul tema dei costi, perche' esistono incartamenti dove gli olandesi chiedono un aumento del 34% di affitti e spese per la sede. Di fronte al fatto che Ema, con la nostra spinta, si sia lamentata, ora dicono prendiamo in carico noi i costi. Tutto bene, pero', dal mio punto di vista, posso dire che non e' cosi' che ci aspettiamo che l'Europa gestisca dei processi".E ha sottolineato: "Io continuero' ma e' evidentissimo che, oggi, diventa una questione politica, poi, non sta a me dare suggerimenti. Basta che non vengano a dirmi che il problema non c'e', il problema c'e', eccome".  "Quindi, vediamo come l'europarlamento si muovera': potra' giudicare questo comportamento in linea con i valori e i principi europei, oppure potra', semplicemente, stigmatizzarlo e dire 'la prossima volta faremo in maniera diversa', oppure potra' essere coraggioso", ha sostenuto . A chi gli ha chiesto  se l'Europa avrebbe reagito in modo diverso se fosse stata l'Italia a comportarsi come l'Olanda, Sala ha risposto "penso di sì, perche' noi ci portiamo dietro questa immagine un po' di popolo facilone che cerca scorciatoie: la realta' dei fatti non e' cosi'. In ogni caso, io sto lavorando, anche, per difendere la reputazione di Milano, di una realta' in cui tutti si sono messi assieme per lavorare su questa ipotesi, il dossier e' stato fatto in maniera seria".  E ha concluso che "dai giornali olandesi si vede che, nelle elezioni che ci sono adesso, ad Amsterdam, alcuni partiti si stanno smarcando rispetto all'ipotesi che EMA vada ad Amsterdam. Non e' decisivo ma e' il confronto tra un Paese in cui il dossier era perfetto e tutti erano alienati con un'altra realta' in cui il dossier era imperfetto e non tutti sembrano allineati". 

"Noi siamo qui per tutelare gli interessi dei cittadini e controllare il lavoro della Commissione europea", ha detto il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. "C'è ampio consenso" sulla "centralità del Parlamento europeo nelle decisioni" che riguardano i cittadini europei, ha evidenziato Tajani, il quale ha ribadito che spetta all'Eurocamera pronunciarsi sul dossier.

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