Ema, Maroni contro il Governo: "A Bruxelles serviva una presenza più autorevole" / VIDEO

I rimpianti del governatore lombardo: "Si è giocato tutto fra la seconda e la terza votazione, forse le cose potevano andare diversamente"

Roberto Maroni

Roberto Maroni

Milano, 21 novembre 2017 -"Forse una presenza più autorevole avrebbe fatto la differenza". Se subito dopo la beffa dal sorteggio che ha assegnato l'Ema ad Amsterdam c'era stato un coro unanime di delusione e rabbia, oltre che di orgoglio per quanto fatto e per aver presentato un dossier da più parti ritenuto il migliore, il giorno dopo la mancata assegnazione rialscia alcune scorie. 

Roberto Maroni, governatore lombardo, punta il dito contro il Governo: "Io e Sala abbiamo fatto tutto per costruire un dossier fortemente competitivo. Resta il dubbio che fra la seconda e la terza votazione, quando c'era bisogno di esserelì (a Bruxelles, ndr) e bastavano due voti, se fosse stato lì tutto il Governo, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri, magari le cose sarebbe andata diversamente. Tutto si è giocato in quella mezz'ora, bastava recuperare due voti di quelli andati a Copenaghen. C'era il sottosegretario Gozi, forse una presenza più autorevole avrebbe fatto la differenza, forse".  A Maroni ha presto replicato il segretario regioanle del Pd, Alessandro Alfieri: "Gentiloni in tutte le visite che ha fatto ultimamente a Bruxelles ha lavorato con priorità sul dossier di Ema, è stato presente a Milano tutte le volte in cui c'era bisogno e la figura dedicata per seguire la questione quotidianamente era Sandro Gozi. Penso che ci si possa arrabbiare per l'utilizzo del metodo del sorteggio e siamo d'accordo, ma se scarica la colpa sul Governo, Maroni ancora una volta sbaglia indirizzo".

In serata sulla vicenda Ema è intervenuto anche Silvio Berlusconi il quale, dicendosi dispiaciuto "perché non era soltanto una questione di prestigio, erano in gioco investimenti e posti di lavoro, poi si aggiunge anche la beffa del sorteggio", ha sottolineato come "oggi il nostro Paese non ha più lo stesso prestigio e peso che aveva con noi".   

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