Elezioni comunali nel Milanese, tensioni e schede fantasma al tempo del Covid

A Corsico la polizia locale deve separare i militanti del Pd da quelli di FdI. Diversi elettori in quarantena non hanno potuto esprimersi sul nuovo sindaco

Le misure anti-contagio all'interno di un seggio elettorale a Cologno

Le misure anti-contagio all'interno di un seggio elettorale a Cologno

Corsico (Milano), 22 settembre 2020Affluenza alle urne attorno al 60 per cento, di gran lunga superiore alla precedenti elezioni amministrative malgrado le restrizioni per il Covid. Nelle cinque città dell’hinterland milanese chiamate a rinnovare il consiglio comunale, il referendum ha fatto da volano alla partecipazione popolare. Non a caso, il quesito referendario sul numero dei parlamentari ha registrato affluenze più alte, anche di 5 punti percentuali, rispetto alla scelta del nuovo sindaco.

Baranzate conoscerà il suo nome già oggi, al termine dello spoglio delle schede azzurre che inizierà martedì mattina; potrebbero dover attendere il ballottaggio del 4-5 ottobre le più popolose Bollate, Cologno, Segrate e Corsico. Proprio qui, le maggiori tensioni della due giorni elettorale. I componenti di Corsico in Comune e Pd hanno contestato, in due diversi episodi, la distribuzione di “santini” fuori dalle urne da parte dei rappresentanti di Fratelli d’Italia. Accuse che il partito della Meloni ha rispedito al mittente, ma gli scontri sono stati accesi, con l’intervento delle forze dell’ordine per placare gli animi. A sollevare polemiche in queste elezioni, arrivate dopo oltre un anno di commissariamento, è stata anche l’indignazione di alcune persone costrette in casa per la quarantena (preventiva o dovuta alla positività al Covid) che pur chiedendo di ricevere la scheda elettorale per le comunali hanno potuto votare solo per il referendum: la scheda per esprimere la propria preferenza nell’elezione del sindaco non è mai arrivata. Un problema che "per il Comune era da imputare al Ministero – racconta uno degli esclusi, una decina accertati, ma potrebbero essere di più –. Fatto sta che non abbiamo potuto esercitare un nostro diritto".

A Bollate , invece, continua a far discutere il caso di Maurizio Civetta, allo stesso tempo presidente di seggio e candidato alla carica di consigliere comunale nella lista Bollatesi in Movimento, legata ai 5 Stelle. Il caos è scoppiato domenica mattina, a votazioni ormai iniziate, alle scuole di via Montessori a Madonna in Campagna, dove sono dovuti intervenire i carabinieri per rimettere le carte in regola. Civetta è stato rimosso dal prefetto che lo ha fatto sostituire dal suo vice e nel pomeriggio le votazioni sono riprese regolarmente. "Un errore in buona fede, non ha pensato all’incompatibilità dei due ruoli", commentano dalla lista del candidato e tengono a precisare che Civetta "è un volto nuovo della politica, alla sua prima candidatura. Va tenuto presente che dei presidenti di seggi si occupa la Prefettura, dei candidati al consiglio invece si occupano direttamente le liste stesse e quindi i dati viaggiano su percorsi diversi". Toccherà ora alle autorità competenti far luce su quanto successo e dare un peso alla gravità dell’accaduto.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro