"Elena e Diego, giocherete nel giardino del paradiso"

Ottocento persone al campo sportivo di Gessate per l’ultimo saluto. ai gemelli dodicenni strangolati dal padre che poi si è tolto la vita.

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di Barbara Calderola

Dalla vacanza in montagna con papà al doppio funerale nel campo sportivo assolato. Tutto in una settimana. L’orrore che ha travolto tre famiglie si scioglie nel pianto di ottocento persone che ieri si sono date appuntamento sul grande prato al centro della pista di atletica, a Gessate, per abbracciare l’ultima volta Elena e Diego.

I due gemellini strangolati da Mario Bressi nella casa di Margno, fra i monti del Lecchese. Ad aspettarli già di prima mattina studenti, amici, insegnanti, gli Esordienti della Cambiaghese di cui il piccolo era capitano, e i giovanissimi compagni di squadra della sorella pattinatrice.

Le maglie del cuore, la sciarpa, il pallone e i roller sulle bare bianche raccontano una quotidianità interrotta per sempre. I feretri appoggiati a terra, su una stuoia, a vegliarli ancora, accovacciata fra loro, mamma Daniela. Il suo volto è l’immagine del dolore.

Il parroco don Matteo Galli sceglie il miracolo di Gesù che risveglia dal sonno eterno il figlio della vedova di Nain, un messaggio consolatorio nel passo di San Luca.

"Il Salvatore vede il nostro dolore e si prende cura di noi e oggi lo fa con estrema tenerezza risollevando Elena e Diego mentre li chiama a giocare e crescere in quel giardino stupendo che è il paradiso".

L’emozione travolge le voci di prof e allenatori che a fine funzione, prima delle ultime parole della madre per i figli affidate a un’amica, regalano un ricordo dei piccoli.

"Non ci sono addii per noi - dice il mister – dovresti vedere quante persone ci sono qui oggi, Diego. Il tuo carisma sarà sempre in campo". "Elena, sei nei nostri cuori, continua a chiamarmi proffy con la y", aggiunge subito dopo uno dei docenti di Prima C delle medie.

La folla lascia le piste che di solito sono luoghi di gioia e di festa alla spicciolata, accompagnata da brani di Vasco e dei Queen. Lacrime nascoste dalle mascherine e abbracci frenati dal distanziamento, mentre i due carri funebri escono lentamente dal cancello. Ieri, in paese, lutto cittadino.

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