Eduscopio Milano, la mappa: i licei di provincia più forti del centro, exploit dei privati

L’osservatorio della Fondazione Agnelli sui risultati dei diplomati. “Effetto Covid“ nei tecnici e professionali

Studenti delle superiori

Studenti delle superiori

Milano - Le scuole di provincia (e fuori provincia) e le paritarie guadagnano terreno rispetto ai licei storici del centro. E nell’edizione 2022 di Eduscopio della Fondazione Agnelli (online su www.eduscopio.it) si legge un altro “effetto del Covid“ scorrendo i dati degli ex studenti dei tecnici e professionali che hanno cercato lavoro in piena pandemia.

Il gruppo di lavoro ha analizzato i risultati di 1.289.000 diplomati italiani di 7.700 scuole nel 2016/2017, 2017/2018 e 2018/2019 per stendere la mappa delle scuole che spiccano quanto a preparazione per l’università e occupazione, utilizzata come “bussola“ da molte famiglie nella scelta delle superiori, come testimonia qualche “effetto collaterale“, come la partita degli esuberi che gli istituti al top si trovano a dover gestire ogni anno.

Zoomando su Milano, novità e conferme. Tra i classici statali l’unico a salire sul podio è un liceo dell’hinterland, il Casiraghi di Cinisello. Che continua a crescere. Aveva fatto capolino un anno fa, in terza posizione, ora è secondo, circondato da due paritari: il Sacro Cuore - sempre primo - e l’Alexis Carrel, che ha superato lo storico Berchet, scivolato in quarta posizione. L’Educandato Setti Carraro è quinto, ma in un anno fa un balzo di cinque caselle. Esce dalla classifica dei migliori dieci il Beccaria per fare spazio a una new entry - il Parini - ma anche al Primo Levi di San Donato e a un’altra paritaria, il Leone XIII. 

Il liceo Leonardo da Vinci, dopo aver spodestato il Volta (imbattibile fino a tre anni fa) resta saldo in cima alla Top10 degli scientifici, ogni anno travolti dalle iscrizioni. Il liceo più grande di Milano - il Virgilio - trionfa nelle scienze umane e quest’anno anche nell’opzione economico-sociale, perde una posizione nel linguistico, che vede la conferma del polo civico Manzoni, primo anche tra i tecnici-economici, seguito da Moreschi e dal Falcone-Righi di Corsico.

Tra gli artistici il podio è confermato: in testa una privata, il Sacro Cuore, seguita dal De Nicola di Sesto e dal Caravaggio. Tra i tecnologici il Natta è primo e fa un balzo in avanti il Leonardo di Cologno. Negli scientifici con opzione “Scienze applicate“ la terna milanese è tutta privata, con l’istituto della Comunità Ebraica saldo in vetta. Ma se si amplia il raggio di azione a 30 chilometri dalla Madonnina, è superato da altre dieci scuole lombarde, a cominciare dall’Agnesi di Merate. Anche negli altri indirizzi liceali, per risultati all’università, i milanesi restano medaglia d’oro solo con lo scientifico Leonardo da Vinci. "Il nostro è un liceo impegnativo ma anche molto inclusivo, è diminuito anche il numero di studenti non ammessi al primo e al terzo anno. Siamo orgogliosi di questo risultato", commenta la preside, Luisa Francesca Amantia. Nel classico primeggia il Banfi di Vimercate, nelle Scienze Umane il Greppi di Monticello (primo anche tra i tecnologici); guidano i linguistici le Orsoline di Saronno. Fra gli economici spicca il Francesco Viganò di Merate. L’istituto Preziosissimo Sangue di Monza sbaraglia tra gli artistici.

Tra i tecnici e i professionali, a guidare la classifica sono le scuole di provincia a eccezione del paritario Regina Mundi di Milano che con l’80% degli studenti occupati domina la classifica degli economici. Tra i tecnologici il podio è di Cernusco (con l’Ettore Majorana sul primo gradino - con l’85% dei diplomati al lavoro - e il Marie Curie sul terzo); Mariano Comense al secondo posto con lo Jean Monnet. Tra i professionali dell’industria è primo l’Antonio Parma di Saronno, nei servizi il Collegio Ballerini di Seregno seguito dal Carlo Porta (72 e 70%). "A livello aggregato il tasso di occupazione calcolato da Eduscopio per i diplomati del 2019 che hanno cercato l’impiego in piena pandemia risulta dell’11% più basso rispetto ai diplomati del 2017 - spiega il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto –. Dopo il forte calo degli apprendimenti registrato dall’Invalsi nel 2021 e 2022, la pandemia rischia dunque di lasciare segni profondi anche sulle prospettive di lavoro di questa generazione".

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