Edicole, il 10% a rischio: "Senza aiuti chiudiamo"

Chiedono a Palazzo Marino una dilazione sulla Cosap. "Un quartiere senza di noi è più povero e solo"

Un'edicola

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È difficile fare gli edicolanti nella ricca Milano, la città della moda e degli influencer dove però di giornali se ne vendono sempre meno. E i primi a farne le spese sono proprio gli edicolanti. Trentaquattro di loro rischiano di dover abbassare la serranda per sempre entro la fine dell’anno, il 10% delle 340 edicole attive in esclusiva su Milano a fronte di un mercato che genera utili per 80 milioni di euro l’anno. "Il nostro è un mestiere difficile, non ci si improvvisa e gli adempimenti continuano a essere tantissimi e in più come tutti gli altri negozianti arriviamo da un anno e mezzo molto complicato - spiega Alessandro Rosa, segretario della Snag-Confcommercio milanese, il sindacato degli edicolanti - Ormai per sopravvivere siamo costretti a tentarle tutte, c’è chi insieme ai giornali si è messo a vendere i fiori, magari per scoprire che è più facile vendere quelli dei quotidiani". Eppure malgrado da anni non si perda occasione di celebrare il funerale della carta stampata, le edicole sono ancor oggi il terminale di un mercato, quello dell’editoria, che solo nel capoluogo è presente con 3.861 titoli diversi. "Alcuni sono prodotti molto specializzati e di nicchia, ma hanno comunque un loro pubblico di riferimento. Per chi come me vive dall’altro lato del bancone è bello vedere gli anziani e i bambini che vengono in edicola con le idee chiarissime e cercano il giornale o la pubblicazione che soddisfa i loro interessi e li aiuta a coltivare le loro passioni". Quelli che in edicola si vedono sempre meno sono gli under 40 ormai abituati a leggere il giornale sui tablet o sul telefonino. "La carta stampata però è tutta un’altra cosa, permette di prendere una pausa e concentrarsi. Un piacere che andrebbe riscoperto, non solo per far vendere di più i giornali e consentire alle edicole di sopravvivere".

Intanto però c’è da fare i conti con l’oggi e a Milano sono 244 le edicole interessate al rinnovo che si può fare solo a patto di essere in regola con il pagamento di tutti i tributi comunali, prima di tutto la Cosap. Che per chi ha un chiosco costa dai mille ai seimila euro l’anno. "Stiamo trattando con Palazzo Marino – prosegue Rosa – per riuscire a ottenere almeno una dilazione dei pagamenti. Sono ottimista, penso che riusciremo a ottenere una proroga". Su 244 chioschi, 26 hanno già rinunciato a chiedere il rinnovo. E ad altri 8 la licenza è stata negata. "Un quartiere senza edicole è più povero e più solo. Siamo i primi a dare il buon giorno ai milanesi la mattina – conclude Rosa – e ormai da noi vengono a stampare i certificati non solo gli anziani, ma anche i millennial. Sono sicuro che alla fine con il Comune troveremo una soluzione, è stato così anche in questi anni ci siamo confrontati, c’è voluto tempo, ma alla fine la possibilità di stampare i certificati ed entrare nelle banche dati l’abbiamo ottenuta. Piuttosto quello che deve fare un salto di qualità è lo Stato, l’editoria non è un settore qualsiasi e per uscire dalla crisi servono tempo e aiuti indirizzati a tutta la filiera".

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