Edicola sfrattata da piazza Piemonte, l’ultimatum dopo 16 anni: "Torni lì"

Lo spostamento nel 2006 per i lavori di riqualificazione dell’area, poi lo spazio per il chiosco sparì. Ora il Comune ha 60 giorni per trovare una collocazione

L’area di piazza Piemonte dove dovrebbe trovare posto l’edicola sfrattata nel 2006

L’area di piazza Piemonte dove dovrebbe trovare posto l’edicola sfrattata nel 2006

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Milano - ​Sono passati 16 anni, ma la sentenza del Consiglio di Stato ha fermato il tempo e riportato indietro le lancette. Il signor Erminio Roberto Giacoppo ha dovuto attendere quasi vent’anni per vedersi riconosciuto il diritto a rimettere in piedi la sua edicola lì dov’era prima, al centro di piazza Piemonte.

Ora tocca al Comune trovare una soluzione in un tempo definito, esattamente entro 60 giorni dalla notifica del verdetto; in caso di ulteriore inerzia da parte dell’amministrazione (già sollecitata da un precedente pronunciamento di cui avevamo dato conto nell’agosto scorso e finora rimasto lettera morta), la passa passerà al prefetto Renato Saccone o a un suo delegato. La storia inizia nel 2006, quando Palazzo Marino dispone lo spostamento temporaneo del chiosco del signor Giacoppo nella vicina via Buonarroti per consentire alla Cooperativa Piemonte di realizzare un parcheggio interrato davanti al Teatro Nazionale (con annessa riqualificazione dell’area in superficie). Di quel restyling, sono i patti, beneficerà anche la rivendita di giornali, che a lavori ultimati verrà ricollocata nello stesso punto di prima, all’interno di un apposito corpo in muratura che ospiterà sia i servizi dell’autosilo sia attività commerciali. Peccato che nel 2010 tutto cambi, sull’onda delle proteste dei residenti sul cosiddetto "ecomostro" di piazza Piemonte: via la parte del fabbricato destinata ai negozi, frutto di "modifiche dell’originario progetto non assentite dalla Sovrintendenza", resta in piedi solo un piccolo spazio necessario per permettere agli utenti di raggiungere i posteggi sotterranei. E via Buonarroti? Altra doccia fredda per l’edicolante, che nel 2011 si sente dire dal Comune che la postazione non ha i requisiti.

Giacoppo fa causa, e nel frattempo cerca comunque di imbastire una trattativa con l’amministrazione per trovare collocazioni alternative, ma, a suo dire, gliene vengono proposte solo di "vessatorie ed estorsive". In primo grado, nel 2013, il Tar dà torto al negoziante; e così accade cinque anni dopo in Consiglio di Stato. Finita? No, perché l’edicolante riesce a ottenere la revocazione della sentenza d’appello e a ottenere un nuovo giudizio, che nel 2021 gli dà ragione: il chiosco deve tornare al centro di piazza Piemonte, tagliano corto i giudici. Tre mesi dopo, il 12 novembre, il Comune avvia il procedimento per dare attuazione al verdetto, ma dopo un sopralluogo congiunto andato in scena l’8 febbraio 2022 l’iter si blocca. Così Giacoppo presenta un nuovo ricorso per ottenere ciò che gli spetta, e stavolta Comune, Ministero per i Beni culturali e Cooperativa Piemonte neppure si costituiscono in giudizio, risultando quindi in contumacia. Nei giorni scorsi, il Consiglio di Stato ha ribadito quanto già deciso nell’agosto scorso, dando però un ultimatum chiarissimo: l’edicola va rimessa al suo posto entro due mesi, altrimenti dovrà pensarci un commissario ad acta nominato da corso Monforte.

 

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