Cernusco sul Naviglio, l’ecomostro di Italia 90 ha i giorni contati

Un sopralluogo con la giunta al completo ha sancito l’adozione del piano attuativo che "trasformerà il degrado in rilancio"

Il complesso quasi finito ma mai inaugurato

Il complesso quasi finito ma mai inaugurato

Cernusco sul Naviglio (Milano) - C’è chi ci convive da quando è nato e non riesce a immaginarsi lo skyline del quartiere Melghera-Molinetto, quando l’ecomostro di Italia 90 non ci sarà più. Lo vedrà con i propri occhi fra due mesi. A Cernusco è cominciato il conto alla rovescia per l’abbattimento del maxi-albergo che una società pakistana aveva costruito prima dei mondiali, mai finito. Una cattedrale nel deserto, uno scheletro simbolo di spreco ed errori, una colata di cemento di 100mila metri cubi che avrebbe dovuto essere un fiore all’occhiello e invece è diventata una battaglia per l’ambiente e la qualità della vita. Il Comune ce l’ha fatta, dopo tre decenni è pronto a chiudere il dossier che ha tolto il sonno a tutte le amministrazioni che si sono passate il testimone da allora. A mettere il sigillo sulla soluzione sarà Ermanno Zacchetti. Ieri, un sopralluogo con la giunta al completo ha sancito l’adozione del piano attuativo che "trasformerà il degrado in rilancio". Il penultimo passaggio prima dell’arrivo delle ruspe. 

Tre quarti dell’hotel, 66mila metri cubi, verranno cancellati, il resto, dopo una riqualificazione mirata, diventerà una casa di riposo. Funzione sociale del restyling che prevede case con terrazzi, quasi un bosco verticale formato provincia, e un parco, 33mila metri per ciascuna delle nuove destinazioni. Sono in numeri della svolta. I pilastri dell’idea di un gruppo di operatori di Cernusco, subentrati nel frattempo, che ha superato anche l’ultimo esame. Fra 60 giorni l’approvazione definitiva del disegno e poi scatterà la demolizione. "Ci sono momenti che fanno la storia di una comunità e questo è uno di quelli – dice il primo cittadino con una punta di orgoglio –. Sembrava impossibile eliminare questo bestione abbandonato e invece riusciremo a cancellarlo. È un passo decisivo per chiudere una brutta pagina per la nostra comunità. La Melghera sarà il simbolo della ripartenza dopo tutte le difficoltà che abbiamo vissuto in questi due anni". Il verde in arrivo è una forma di risarcimento per i residenti, "un modo per ricucire la vecchia ferita". Il degrado che qui l’ha fatta da padrone sarà solo un brutto ricordo, sui balconi delle nuove case dovranno esserci tante piante, una scelta messa nero su bianco dalla rinascita.  

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