E si continua a mortificare i risparmiatori

Riccardo

Riccardi

È cambiato il vento. Dopo undici anni di politiche di sviluppo la Bce si prepara, dal prossimo giugno, a far uscire i tassi di interesse dalla zona negativa. Fine della politica espansiva per un’inflazione, in zona Euro, prevista al 7,5%. E sì che, è vero non c’era ancora la guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni alla Russia, la Presidente, Madame Christine Lagarde, pochi mesi passati, si era detta confidente sulla inflazione. Aumento contenuto e durata transitoria. Gli eventi stanno cambiando il mondo. Aumenteranno povertà e fame con le invasioni di disperati in cerca di cibo. Gli italiani, tra i primi risparmiatori nel mondo, hanno parcheggiato molto di quanto messo da parte in conti correnti infruttiferi bancari. A motivo: scarsa propensione ad investire in borsa e della perdita dello appeal verso i titoli di Stato una volta, lira governante, molto remunerativi. Ed ora? L’inflazione eroderà, è già in atto, il potere di acquisto. Si tirerà la cinghia e, per comprare, si dovrà dare fondo al proprio tesoretto. Il fai da te non è mai consigliabile ma va anche evitato quel consulente che, di fronte alle perdite, dà colpa esclusivamente al mercato. In parte è vero, ma i cicli sono sempre esistiti. Piuttosto quanta competenza c’è in giro e quanti risparmiatori sono soltanto soggetti alla pallina della roulette? Il risparmio, soprattutto quello minuto, non è un gioco. Va incentivato e per questo sostenuto. Non mortificato o addirittura punito. Rappresenta lo scudo per la credibilità di un paese a forte debito pubblico. Quando diminuirà e anzi verrà a mancare, soltanto allora le autorità nazionali e si spera europee, capiranno l’errore di questa grave disattenzione. Sarebbe bene ogni tanto ricordarsi anche delle formiche, perché a breve le cicale potrebbero smettere di cantare. Mancando luce e calore.

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