E Monsupello illumina ancora l’Oltrepò Pavese

Emanuele

Bottiroli

Poche aziende vitivinicole in Italia arrivano al top della critica e dei premi delle guide vini con spumanti e vini. Monsupello, brand dell’Oltrepò Pavese della famiglia Boatti, fa eccezione. Dopo aver collezionato uno sterminato medagliere nazionale con i suoi Metodo Classico, dal Nature al Rosé da Pinot nero per arrivare al Blanc de Blancs, oggi l’azienda di Torricella Verzate sale sul podio nazionale dei Tre Bicchieri Gambero Rosso 2023 con il Riesling. Un premio che incorona un progetto enologico che si protrae da anni coordinato dal direttore, Marco Bertelegni, per arrivare ad esprimere nel calice tutto il potenziale del Riesling Renano coltivato in un terroir vocato a livello agronomico e di microclima. L’azienda produce annualmente una media di 300mila bottiglie, metà delle quali di Metodo Classico, ma riesce a portare al top tutte le sue referenze: missione non facile nemmeno per realtà dalla potenza di fuoco molto più alta a livello di numeri e di risorse economiche dei grandi gruppi che hanno alle spalle. Nel 2001 la Monsupello portò in Oltrepò Pavese con il Nature il primo Tre Bicchieri. Da allora i Tre Bicchieri sono cresciuti: dal plurimedagliato “Nature” (90% Pinot nero, 10% Chardonnay), Bollicine dell’Anno Gambero Rosso 2015, al “Ca’ del Tava”, dal rosé al “Classese”. Merito di una famiglia che non ha mai mollato e di un team affiatato: dal giovane e caparbio direttore-enologo Marco Bertelegni, professionista meticoloso, attento conoscitore del territorio e presenza solidale sempre, al capo cantiniere Luigi Perduca, perito agrario cresciuto da Carlo Boatti, che ne custodisce e tramanda il pensiero. A completare il team il secondo enologo, Federico Fermini, e l’agronomo Giovanni Bigot. Monsupello è un’azienda-modello, forte di 50 ettari su 3 corpi aziendali. All’estero esporta soprattutto in Svizzera, Germania, Danimarca, Belgio, Stati Uniti e Giappone. I grandi vini di casa Boatti sono esportati anche nell’orgogliosa Francia. La storia della famiglia merita di essere studiata: il patron Carlo Boatti era il viticoltore della terza generazione; la prima era di mezzadri; la seconda di proprietari a Oliva Gessi; la terza a Torricella Verzate ha visto il passaggio dalla damigiana e il bottiglione a un moderno modo di fare impresa.

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