E i rifiuti diventeranno energia grazie alla biopiattaforma

Sesto San Giovanni, dal primo febbraio entrerà in funzione l’impianto di via Manin

Dalla biopiattaforma energia per il riscaldamento di 3mila famiglie, per un totale di 10mila persone

Dalla biopiattaforma energia per il riscaldamento di 3mila famiglie, per un totale di 10mila persone

di Laura Lana

Dopo quasi due anni di lavori, il primo febbraio la biopiattaforma di via Manin entrerà in funzione. Ad aprile 2021 era stato spento il termovalorizzatore della società Core, oggi di fatto inglobata in Zero C, nata proprio per la gestione della nuova struttura, unica in Italia. A novembre di quell’anno, in una notte, il forno era stato demolito con un’operazione pubblicata in diretta streaming. Oltre 50 milioni ha investito il Gruppo Cap Holding in questo progetto che guarda all’economia circolare e alla trasformazione dei rifiuti in risorse. "È l’unico impianto che integra termovalorizzatore e depuratore in una struttura dal design e dalla tecnologia avveniristica, sostenibile, a zero emissioni di Co2: un passo avanti verso la transizione green – sottolinea Tommaso Bertani, amministratore unico di Zero C -. Dopo il primo periodo di messa a regime, partiremo anche con l’immissione in rete di biometano, importante elemento anche di contenimento delle tariffe della forsu. Iniziamo con Sesto, Cinisello, Segrate e Pioltello e più avanti con Cormano e Cologno". Alla biopiattaforma saranno conferite 30mila tonnellate all’anno di rifiuti umidi provenienti dai Comuni, che verranno riconvertiti in biometano e biogas. Secondo le stime, il beneficio ambientale sarà tradotto in una riduzione di anidride carbonica del 97% con un abbassamento anche delle tariffe per lo smaltimento. A patto, ovviamente, della qualità della frazione conferita. Le analisi a campione su plastica e vetro, a Sesto, hanno fatto emergere, nei giorni scorsi, una differenziata ancora troppo sporca. Ma le stesse analisi di Zero C dello scorso anno mettevano in guardia anche sull’umido, con una percentuale di materiale non idoneo vicina al 12% (tre volte più di Cologno), un tetto che mette a rischio l’uso della forsu e che espone il Comune sestese a sanzioni, oltre che i cittadini a una Tari più pesante. La biopiattaforma valorizzerà 65mila tonnellate di fanghi prodotti ogni anno dai 40 depuratori distribuiti sul territorio della Città Metropolitana: fino a oggi erano materia di scarto e in alcuni casi si dovevano portare all’estero per lo smaltimento. Il 75% sarà trasformato in energia, producendo 19.500 MWhanno di calore per il teleriscaldamento) e il 25% in fertilizzante. "Pensare alla conversione di materiali di scarto in energia e biofertilizzanti significa dare vita a un autentico esempio di economia circolare, che ci auguriamo diventi un modello per le altre regioni – commenta il sindaco Roberto Di Stefano -. il rispetto per l’ambiente e la valorizzazione dei rifiuti saranno i capisaldi per offrire una migliore qualità di vita alle generazioni future".

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