È anche caccia agli ordigni bellici sotto il cavalcavia Camposanto

È da un anno che a Paderno si attende la partenza dei lavori per il rifacimento del ponte chiuso per rischio crollo. Ora un’ispezione ha rilevato una corposa presenza di metalli nel sottosuolo e si dovrà fare la bonifica

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di Rosario Palazzolo

Ci sono anche le bombe ad allontanare i padernesi dall’avvio del cantiere per il rifacimento del cavalcavia di via Camposanto, infrastruttura chiusa da un anno per rischio crollo e indispensabile per rimettere in ordine il traffico in città. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale aveva disposto le normali procedure di ispezione per la presenza di ordigni bellici. Una analisi strumentale che ha rilevato una corposa presenza di metalli nel sottosuolo intorno al ponte, ove si dovrà lavorare per erigere le nuove colonne di sostegno del cavalcavia. Proprio in seguito al risultato incerto delle ispezioni, ieri i tecnici hanno cominciato a disboscare l’area per consentire di eseguire le operazioni di bonifica che consisteranno nella rimozione di uno strato di 50 centimetri di terra per valutare la composizione e la presenza di ordigni nel sottosuolo. Inoltre, verranno eseguito dei carotaggi più profondi per escludere completamente la presenza di ordigni della Seconda guerra mondiale.

La "caccia alle bombe" più far sorridere qualcuno, ma proprio accanto a uno dei pilastri di sostengo del ponte, nel 2020 ne era stato rinvenuto uno durante i lavori di manutenzione dell’alveo del Seveso. Dunque si tratta di una eventualità che non può essere esclusa in nessuno modo. "Si tratta di un lavoro complesso e dagli esiti non prevedibili, ma comunque propedeutico alla costruzione delle nuovo manufatto – spiega il sindaco Ezio Casati -. I tempi per queste attività erano previsti nel cronoprogramma, dunque non provocano ritardi o incertezze ulteriori. Sappiamo che in pochi settimane saranno completati e ci consentiranno di dare il via alle opere di demolizione". Per Paderno Dugnano la ricostruzione del cavalcavia di via Camposanto è una vera corsa contro il tempo. Dal momento della chiusura, il 29 maggio scorso, la città è letteralmente divisa in due. Gli automobilisti sono costretti a utilizzare il percorso di via della Repubblica oppure a incolonnarsi ai passaggi a livello con lunghi tempi di attesa e decine di piccoli "incidenti" che per fortuna fino ad ora non hanno avuto esiti gravi. Dunque riaprire il ponte il prima possibile è un imperativo per la giunta del sindaco Casati. "Abbiamo disposto ogni cosa affinché i lavori possano essere completati entro 8 mesi – conclude Ezio Casati -. Queste operazioni segnano l’avvio del cantiere, dunque confidiamo di poter aprire al transito il ponte entro il prossimo mese di febbraio". La chiusura era stata motivata alla presenza di crepe anomale sull’asfalto sovrastante che hanno rilevato il cedimento strutturale di una parte delle strutture di sostegno che sono realizzate tra il fiume Seveso e il tracciato delle Ferrovie Nord. Il cavalcavia è lungo complessivamente 200 metri e sarà abbattuto solamente nella parte ammalorata per essere ricostruito. L’investimento è di oltre 1,2 milioni di euro.

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