E all’improvviso spunta Dante Assist perfetto

Andrea

Maietti

Aspettando il Natale, come aspettando Godot: verrà, non verrà? Che aria tira in giro? Brutta, rattrappita, scamuffa. Piero Mazzarella: "Se tutto andasse bene come va male, andrebbe tutto benissimo". Quando eravamo poveri potevamo stare, come il poeta, con le quattro capriole di fumo del focolare, dimenticare il gomitolo di strade, accontentarci di essere una piccola cosa dimenticata in un angolo e naufragare nel crepitio di un caldo buono. Adesso il camino non c’è più, e se c’è viene soffocato in un box di ferro e di vetro, perché la fuliggine non offenda il parquet. Charles Bukowski, spesso trasgressivo fino al triviale, trafitto da nostalgia di cose buone: "È Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese". Non caricherò di troppe attese questo Natale. Una strizzata del cristallino per guardare meglio intorno. E vedere quel che sfiducia e pigrizia ci impediscono di vedere. Un segno. Potrebbe balenare dove meno lo si aspetta. Magari alla reception di uno studio medico, dove la ragazza di turno ti fa compilare una scheda. Si chiama Marina. In attesa del medico scambiamo due chiacchiere: Marina è appassionata di Dante; specie del canto di Paolo e Francesca. Mi sorprende declamando a memoria: "Siede la terra dove nata fui su la marina dove ‘l Po discende per aver pace co’ seguaci sui". Assist migliore non poteva darmi: "La tèra che l’è stai el mè fugalé, l’è in riva al mar, indùe che possa ‘l Po, cun tüti i fiümi ch’el se tira adré". E Marina: "Che meraviglia, ma che lingua è?".

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