Due professioniste in prestito al posto della "funzionaria infedele"

Dopo un mese di paralisi, Inzago soccorre Pessano per mandare avanti l’ufficio di Angela Galbiati. L’architetto resta ai domiciliari: secondo la Procura di Monza avrebbe pilotato tre gare del Comune

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di Barbara Calderola

Dopo un mese di paralisi Inzago soccorre Pessano, due professioniste in prestito dal Comune vicino manderanno avanti l’ufficio guidato dalla “funzionaria infedele”, Angela Galbiati, che resta ai domiciliari con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta: secondo la Procura di Monza avrebbe pilotato tre gare del Comune per assegnarle all’amico Francesco Tallarita. In cambio l’imprenditore di Verano Brianza le avrebbe promesso 12mila euro. Due appalti di quelli sotto la lente dei magistrati sono ormai esauriti, sgombero neve e nuova oasi sul Molgora, il terzo "la manutenzione del verde va avanti: non è stato sospeso", spiega il sindaco Alberto Villa. Valore di tutti i lavori in odor di mazzette, 227mila euro. L’ultima, quella ancora in essere, era la commessa più sostanziosa, "360mila euro come base d’asta", sulla quale la ditta di Tallarita propose, aggiudicandosela, "uno sconto del 47%", ricorda il primo cittadino. Non sarebbero le opere in discussione, ma quello che c’è dietro. Galbiati non ha chiesto la scarcerazione al Tribunale del Riesame, l’amministrazione in attesa di vedere cosa succederà, l’ha sostituita. "Due dipendenti di Inzago copriranno i settori dei quali si occupava l’architetto: lavori pubblici ed edilizia privata. Il nuovo corso scatterà da domani - anticipa Villa -". Nell’inchiesta è coinvolto un altro funzionario che ha ottenuto di essere trasferito in Municipio, ma lontano dalle pratiche sospette. Per gli inquirenti avrebbe partecipato con la collega alle commissioni truccate, lei da presidente, lui da membro, l’accusa a suo carico è di turbativa d’asta. Tutto ricostruito dall’indagine della guardia di finanza di Seregno sulle gare fasulle. Nelle intercettazioni del titolare delle società favorite si svela il rapporto d’amicizia con la professionista: "L’anno scorso a Natale sono andato a portarle il panettone lì a casa... siamo stati fino alle undici a chiacchierare". Mentre l’altro collega coinvolto "d’accordo con Galbiati" avrebbe promesso a una delle società riconducibili all’imprenditore "l’assegnazione dell’appalto sul verde senza che la gara fosse stata lanciata" e sempre lui per la Procura "aveva “orientato” il sorteggio delle cinque imprese da invitare a presentare un’offerta dietro la promessa di regalie". Tallarita, per l’accusa, sarebbe riuscito ad ampliare l’attività “oliando” i dipendenti pubblici con le ceste per Natale. Venerdì è stato interrogato dal pm di Monza Carlo Cinque. Lui e Galbiati si conoscevano da prima che lei entrasse in servizio nel paesino dell’hinterland. Dai tempi in cui l’architetto era a Macherio e sempre da presidente di gara ci fu l’aggiudicazione per la costruzione dei colombari al cimitero alla ditta dell’amico. Un rapporto continuato a Pessano, secondo gli inquirenti sulle stesse basi.

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