Due donne aggredite in due giorni In manette l’incubo del sottopasso

Via Govone, ventiduenne incastrato dai filmati. I precedenti per resistenza e il raid nel centro d’accoglienza

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Due tentativi di violenza in 21 ore. I racconti choc delle vittime. Quel volto immortalato dalle telecamere. E la cattura dell’aggressore, un ventiduenne nigeriano con un curriculum criminale da molestatore seriale. L’indagine degli agenti del commissariato Sempione, coordinati dal vicequestore Anna Laruccia, scatta sabato 18 aprile, quando una cinquantatreeenne denuncia un raid sessuale nel sottopassaggio che collega via Duprè alle vie Govone e della Pecetta, in zona Ghisolfa: la donna riferisce di essere stata afferrata da un uomo, descritto come un centrafricano sui trent’anni alto 1,75 metri, attorno alle 11, mentre stava andando a fare la spesa, e di essere riuscita a divincolarsi a fatica, nonostante il bruto l’avesse già sbattuta contro un muro intimandole di non urlare.

Mattina successiva, 7.30 di domenica 19. Stesso luogo, stessa scena. Stavolta la malcapitata è una ventiduenne che sta andando a lavorare: il ragazzo si materializza dal nulla e cerca di buttare a terra la giovane, palpeggiandole il seno con veemenza; la colluttazione dura due minuti, sono momenti drammatici, poi il provvidenziale rumore di una tapparella mette in fuga il violentatore. Gli investigatori del commissariato acquisiscono le immagini degli occhi elettronici a guardia del sottopasso (una in particolare ha ripreso nitidamente i raid) e si concentrano sull’abbigliamento del sospettato, che indossava in entrambi i casi una tuta e un berretto da pescatore. I poliziotti di Sempione, dagli uomini in borghese dell’Investigativa e dell’ufficio Reati contro la persona fino a quelli in divisa delle Volanti, setacciano il territorio: la descrizione dell’uomo fa pensare a un senzatetto, e le ricerche si concentrano pure su mense dei poveri e ingressi dei supermercati (dove spesso i clochard si fermano per chiedere l’elemosina). Martedì la cattura: il ventiduenne viene notato in viale Monteceneri, e alla vista dell’auto della polizia prova a scappare; bloccato, colpisce gli agenti con calci e pugni, tanto che nel fermo per violenza sessuale viene contestata pure la resistenza a pubblico ufficiale.

Già, resistenza, un reato che compare più volte tra i precedenti del nigeriano, arrivato in Italia nel 2018: per tre volte è stato indagato tra Sicilia e Sardegna, e una settimana fa ha avuto lo stesso atteggiamento ostile nei confronti di un equipaggio dell’Upg che l’ha fermato per un controllo. Non basta. Il giovane non è nuovo ad assalti a sfondo sessuale e in generale a condotte persecutorie nei confronti delle donne: il 21 gennaio 2019 è stato denunciato per aver stalkerizzato un’operatrice del centro d’accoglienza di Palermo all’interno del quale era ospitato; e il 14 marzo scorso è stato indagato per aver palpeggiato una ragazza a Tradate, nel Varesotto. Proprio la sua pericolosità sociale e il pericolo di fuga, giustificato dall’essere un fantasma senza alcun domicilio, sono alla base del provvedimento di fermo. Nicola Palma

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