Due concittadini iridati Il primo fu Libero Ferrario

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Nessun’altra città può vantare due suoi concittadini in maglia iridata, in epoche diverse. Parabiago quelle due maglie le ha vinte e ora la conserva nel museo cittadino dedicato alle due ruote. Il primo è stato Libero Ferrario che nel 1923 a Zurigo si impose nella seconda edizione del Mondiale: allora era solo per i dilettanti. Il secondo Giuseppe Saronni, che vinse a Goodwood nel settembre del 1982. Due maglie che, quest’anno, l’Amministrazione comunale e il Comitato del centenario della vittoria di Ferrario ricorderanno con diverse iniziative. La prima è stata domenica, giornata nella quale è stato presentato uno speciale annullo postale per i 40 anni della vittoria di Saronni e anche un libro, “L’Italia che vola“, dei giornalisti sportivi Claudio Gregori e Marco Pastonesi, in cui si raccontano i personaggi e i momenti che hanno portato i due parabiaghesi alla conquista della maglia iridata. Se quella di Saronni è stata una "fucilata", la volata che permise a Ferrario di vincere sul traguardo di Zurigo, contro ogni pronostico, fu quella "del ghepardo". Ferrario era figlio di una famiglia benestante del paese, che a sette anni scoprì il fascino delle corse.

La sua giornata al Mondiale non iniziò con buoni auspici. Prima della corsa scivolò (pioveva) e cadde ferendosi al ginocchio e al volto. La pedivella si contorse. A fatica, anche perché nessuno sapeva il tedesco, trovò una pinza e un martello per rimetterla in sesto. Mancava pochissimo al via... Com’è finita è cosa nota.

G.Ch.

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