Milano, a spasso col drone: "Presto trasporteranno anche persone"

Tutte le novità del settore alla fiera di Milano. Puliscono le ragnatele sui soffitti delle chiese o monitorano lo scioglimento dei ghiacciai

Drone in volo

Drone in volo

Milano, 5 aprile 2019 - Droni in grado di arrivare fino agli angoli più remoti e pulire le ragnatele accumulate sui soffitti di chiese e musei, apparecchi che lanciano su un terreno agricolo sensori biodegradabili per raccogliere dati in tempo reale e regolare l’irrigazione o l’uso di fertilizzati. Aeromobili a pilotaggio remoto per monitorare lo scioglimento di un ghiacciaio o per trasportare materiale medico in situazioni d’emergenza. «La prossima frontiera sarà quella del trasporto di persone», sottolinea Nicola Nizzoli, presidente dell’associazione di categoria Assorpas, ieri presente alla fiera Dronitaly a Milano. Droni anche a pelo dell’acqua: la ditta aerRobotix ha sviluppato i droni idrografici, a forma di motoscafo giallo. «Noi abbiamo usato i droni per rilevare gli spostamenti della grande frana a Tursi, in Basilicata», spiega Marco La Salandra, dottorando al dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Bari. Frederick Dionisi e Tommaso Campi, invece, hanno inventato un sistema per ricaricare wireless apparecchi che ora hanno un’autonomia di 25 minuti. Il settore - «Siamo ancora agli inizi, il business finora ha espresso solo il 20% delle sue possibilità». Nicola Nizzoli, presidente di Assorpas cita un dato: +300% dal 2016 al 2018, con circa 10mila piloti di drone abilitati e 6.000 operatori per passione o per professione. Considerando anche gli abusivi, che non hanno frequentato il corso obbligatorio, secondo le stime si arriverebbe a 100mila piloti sul territorio nazionale, con un numero ancora maggiore di apparecchi in circolo. Solo il 10-15%, quindi, sarebbe in regola. «Un drone può essere acquistato tranquillamente senza mostrare il patentino – sottolinea Carlo Intotaro, consigliere dell’associazione – i controlli non sono sufficienti». E il proliferare di abusivi, che lavorano in nero, mette in ginocchio chi rispetta le regole. «Si è scatenata una guerra dei prezzi – conclude Intotaro – e un lavoro col drone viene pagato meno di 150 euro. Per questo il fatturato degli operatori è in calo, la media è di 10-15.000 euro all’anno».

Il futuro - Entro il 2050 in Europa, secondo le previsioni, ci saranno 7 milioni di droni a uso ricreativo ed altri 400 mila utilizzati a fini commerciali. Cieli sempre più affollati e l’ultimo episodio all’aeroporto di Malpensa, dove un drone in volo ha costretto le autorità a dirottare quattro aerei, ha fatto suonare un campanello d’allarme. «Una soluzione è sviluppare il sistema della targa per i droni, che consentirebbe di renderli immediatamente riconoscibili quando entrano in spazi proibiti», spiega Stefano Giovannini, responsabile del progetto Diode, coordinato da Enav. Ci sono «apparecchi impazziti» che sfuggono al controllo da terra, ma anche droni che, nelle mani di terroristi, potrebbero essere usati per trasportare esplosivo o per mandare in tilt, con poco sforzo, il traffico aereo. Per questo sono stati sviluppati sistemi anti-drone, e si stanno sperimentando tecnologie per cieli sicuri.

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