Ex comandante della polizia locale mise droga nell’auto della collega, chiesti 7 anni

Le richieste della Procura nei confronti di Salvatore Furci

Salvatore Furci, ex comandante della polizia locale di Trezzano sul Naviglio

Salvatore Furci, ex comandante della polizia locale di Trezzano sul Naviglio

La Procura ha chiesto di condannare a 7 anni e 4 mesi di reclusione e a 50 mila euro di multa Salvatore Furci, ex comandante della Polizia locale di Trezzano sul Naviglio, nel Milanese, imputato per aver fatto piazzare, nel gennaio 2020, da un complice cinque dosi di cocaina nell’auto di Lia Vismara, comandante della Polizia locale di Corbetta.

Il gesto l’avrebbe fatto per vendicarsi, è questa l’ipotesi, che starebbe alla base del suo licenziamento A proporre la pena, davanti alla quarta sezione del Tribunale, nel corso del processo in cui sono contestati la calunnia e la detenzione di droga, è stato il pm Gianluca Prisco, titolare delle indagini, il quale ha chiesto di non riconoscere le attenuanti generiche in quanto "il fatto è di una gravità inaudita". Il pubblico ministero, ha sottolineato come in questa vicenda chi ha "indossato la divisa con lealtà e onesta è Lia Vismara", che si è costituita parte civile.

E che oltre a lei, "hanno indossato la divisa con onore anche gli uomini della squadra mobile che hanno fatto un’indagine partendo da zero e portando alla luce la vera trama di questa storia". "Per me – ha detto la Vismara – è stato un periodo molto difficile, ho dovuto affrontare una sequela di articoli, lo scherno dei cittadini e molte difficoltà". Lo ha sussurrato, in lacrime commuovendosi in aula.Il sostituto procuratore, prima della richiesta di condanna, ha sottolineato come l’imputato non meriti le attenuanti generiche in quanto "è un fatto gravissimo aver messo la droga in auto e aver calunniato Lia Vismara solo per questioni lavorative".

In aula c’era anche l’ex comandante e il fratello Francesco, il quale, risentito, ha detto: "Tutto questo è una farsa contro mio fratello. La verità verrà fuori. Abbiamo raccolto prove che metteremo su internet". Il legale di parte civile ha chiesto invece un risarcimento di 700 mila euro. La parola passa alla difesa, si torna in aula a settembre per la pronuncia della sentenza.

 

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