NICOLA PALMA
Cronaca

Mail in bozza per non farsi prendere: così gestiva fiumi di eroina e coca rosa

Latitante da 10 anni. Ma i suoi stratagemmi non ingannano la Catturandi

Contadini afghani al lavoro sui campi di oppio

Milano, 26 novembre 2016 - Forse B. F. aveva smesso di smerciare droga. Di certo non aveva abbandonato i modi del delinquente abituale: massima attenzione alle comunicazioni, viaggi su auto mai a lui direttamente riconducibili, contatti con gli amici tenuti solo attraverso profili social che cambiava in continuazione. Sentiva il fiato sul collo degli investigatori. Sapeva che lo stavano cercando dal 2001 e che prima o poi lo avrebbero individuato. I segugi della Catturandi di via Moscova, coordinati dal capitano Marco Prosperi, lo hanno agganciato, come si dice in gergo, a marzo di quest’anno e hanno iniziato a monitorarne i movimenti settimana dopo settimana. Senza mai mollare l’osso, com’è consuetudine per questo gruppo di carabinieri del Nucleo investigativo abituati a lavorare giorno e notte per agguantare la preda.

Missione compiuta pure stavolta, con il decisivo contributo dell’Interpol e degli investigatori austriaci: l’albanese, oggi quarantenne, è stato arrestato mentre si trovava a bordo di una macchina nel paesino di Korneuburg, a una decina di chilometri da Vienna; e i colleghi d’Oltralpe hanno fatto le cose in grande stile, tenendo conto a ragion veduta dello spessore criminale del soggetto e schierando le teste di cuoio per portare a termine il blitz. Il prossimo passo: l’estradizione in Italia. Sì, perché Feijzullai deve scontare una condanna a 12 anni di carcere per un traffico internazionale di stupefacenti risalente ormai a una quindicina di anni fa. Incastrato dai finanzieri del Gruppo operativo antidroga (Goa) nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal pm Elio Ramondini, non era mai finito in galera. Un fantasma. Il suo ruolo, ai tempi, era di primo piano: si occupava di ricevere eroina in arrivo dal Pamir (altopiano al confine tra Afghanistan e Pakistan) e coca rosa (pregiata qualità da 200 euro al grammo per clientela particolarmente danarosa) dalla Bolivia e di custodirla nella sua Fier, uno dei più grandi centri urbani dell’Albania a due passi dalla costa adriatrica; da lì la droga proseguiva il suo viaggio verso il nostro Paese.

Ben inserito nell’organizzazione e con un passato nei Corpi speciali dell’esercito, all’epoca B. utilizzava da pioniere il sistema delle mail in bozza, che consente agli interlocutori di scrivere uno stesso testo su uno spazio virtuale condiviso senza dover spedire alcunché. Uno stratagemma ormai passato di moda, ma che agli inizi del Millennio era piuttosto efficace (e non intercettabile), tanto da essere utilizzato dai terroristi di Al Qaeda per la preparazione degli attentati dell’11 settembre. Tradotto: non è escluso che F. avesse mutuato quel metodo dai jihadisti o che comunque ne fosse venuto a conoscenza tramite i suoi link con Kabul e dintorni. Un tipo pericoloso, per farla breve. Da tre giorni è in cella.