Draghi: "Dare più potere ai prefetti contro le mire delle mafie sul Pnrr"

Il presidente del Consiglio ieri al Pirellone per il convegno della Direzione Investigativa Antimafia "Giovani, imprenditori e società civile: da qui parte la lotta alla criminalità organizzata e ai suoi affari"

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"Celebriamo la professionalità, le intuizioni, l’eroismo dei magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e degli agenti che hanno lavorato con loro": il presidente del Consiglio Mario Draghi lo ha voluto sottolineare ieri al convegno “Il ruolo della finanza nella lotta alla mafia“ tenutosi al Pirellone in occasione dei 30 anni della Direzione Investigativa Antimafia, alla presenza anche della sorella del giudice ucciso, Maria Falcone. Ma, ha sottolineato il premier, "nel lungo termine la lotta alla mafia non si può reggere solo sul coraggio dei singoli". "La mafia – ha proseguito – si sconfigge con la cultura della legalità: in famiglia, nelle scuole, sul lavoro, nelle istituzioni. Con lo sviluppo economico, che porti sicurezza, lavoro, fiducia. Con l’impegno dei giovani, degli imprenditori, della società civile. Con la buona amministrazione e la determinazione a estirpare le connivenze che ancora ci sono all’interno delle istituzioni".

"In questi giorni migliaia di cittadine e cittadini hanno manifestato la loro riconoscenza agli eroi dell’antimafia, la loro vicinanza alle vittime dello stragismo mafioso. Sono i custodi consapevoli dell’eredità di Falcone e Borsellino. È grazie a loro, ed è grazie a voi, se possiamo guardare al futuro con coraggio, ottimismo e fiducia". "Le istituzioni – ha continuato Draghi – si rafforzano anche tramite la collaborazione internazionale". Questo mese l’Italia "ha siglato un nuovo protocollo che migliora il coordinamento tra Stati nella lotta alla criminalità informatica" e da un anno, ha ricordato il premier, è operativa in 22 Stati membri la Procura europea che indaga su reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea, dai casi di frode al riciclaggio. "La sua creazione – ha detto ancora Draghi – è stata condivisa da questo governo e corrisponde alla visione esposta da Falcone nell’audizione al Consiglio superiore della magistratura nel 1992". Ad ogni modo, l’Italia è "all’avanguardia nella legislazione antimafia, nella protezione dei testimoni e dei loro familiari". Lo ha riconosciuto anche "il primo ministro olandese Mark Rutte in una sua recente visita a Roma, quando ha annunciato che i ministri olandesi verranno in Italia per imparare dai nostri esperti". Insomma, "l’esperienza accumulata in tre decenni di lotta alle mafie - ha concluso - ci ha dotato di strumenti sofisticati, dalle applicazioni più varie".

Infine, una necessità decisamente attuale: "Per proteggere i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, semplifichiamo le procedure, miglioriamo il sistema di contrasto alle infiltrazioni, rafforziamo i controlli. Ampliamo gli strumenti a disposizione dei prefetti, come la prevenzione collaborativa, senza creare nuovi ostacoli per le imprese" ha sottolineato il presidente del Consiglio dei ministri.

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