Milano, doppio San Siro: La Russa sfida Sala

Il senatore di FdI: non è vero che due stadi sono anti-economici, sono pronto a un confronto con il sindaco

Il rendering dell’interno del nuovo stadio di San Siro progettato dallo studio di architet

Il rendering dell’interno del nuovo stadio di San Siro progettato dallo studio di architet

Milano - Sì ai due stadi a San Siro: il nuovo voluto da Milan e Inter e il Meazza. Il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa, interista doc, sfida il sindaco Giuseppe Sala, nerazzurro pure lui, sul futuro della Scala del calcio: "Non è vero, come sostiene il primo cittadino, che tenere due stadi non sia possibile per motivi economici. Scelga Sala il giorno, l’ora e il luogo: sono pronto a confrontarmi con lui su questo tema quando e dove vuole". La Russa parte da una premessa: "Non bisogna abbattere San Siro per due motivi. Uno è storico: le tre cose di Milano che il mondo conosce sono il Duomo, la Scala e San Siro. Il secondo motivo è ambientale: il costo della demolizione è enorme (si parla di 50 milioni di euro, ndr), soldi che i club potrebbero risparmiare. Senza dimenticare il fatto che l’abbattimento avrebbe conseguenze gravi sull’inquinamento. Sala lo sa? Gli ambientalisti dove son finiti?". Senatore La Russa, dunque è meglio tenere due stadi invece che demolire, parzialmente, il Meazza per creare un distretto sportivo e commerciale? "La mia tesi parte da tre punti. È giusto che venga realizzato il nuovo stadio come lo chiedono Milan e Inter. È giusto che il Comune non faccia troppe storie sulle volumetrie chieste dai club, perché pagano loro il nuovo impianto e dunque bisogna garantire loro un vantaggio economico. Il Comune non può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Non sono d’accordo, invece, sulla demolizione, seppur parziale, dello stadio Meazza. Ci sono vari esempi nel mondo di stadi uno di fianco all’altro". Quali esempi? "A Buenos Aires gli stadi di Racing e Independiente sono a 300 metri. A Belgrado la Stella Rossa e il Partizan hanno impianti distanti 400 metri. In Spagna, a Salamanca, in Spagna, sono a 50 metri. In Scozia, a Dundee, a 320 metri. In Inghilterra, a Nottingham, i due stadi sono a 275 metri. A Liverpool, il famoso Anfield Road è distante 900 metri dal Goodison Park dell’Everton. In Brasile, a San Paolo, i due impianti sono a 700 metri". Vicini o lontani, Milan e Inter sono focalizzati su un solo stadio e Sala sostiene che due stadi non sarebbero sostenibili dal punto di vista economico. "Sala fa finta di non sapere la verità. Oggi Milan e Inter pagano nove milioni di euro d’affitto al Comune, proprietario del Meazza. Se abbattono l’attuale stadio, l’amministrazione non potrà più contare sull’attuale introito. Se invece il Meazza rimanesse in piedi, potrebbe essere utilizzato molto di più per altri grandi eventi, ad esempio i concerti. A carico dei club rimarrebbe il costo del mantenimento dell’attuale stadio, ma sarebbe pareggiato dagli introiti dei nuovi eventi e dallo sviluppo commerciale dell’area di San Siro". Ma per il Comune questa operazione sarebbe conveniente oppure no? "Nelle convenzione con i club si potrebbero triplicare le date in cui Palazzo Marino ha a disposizione il Meazza" Lei ha parlato con Milan e Inter dell’idea dei due stadi? "Ne ho parlato con il presidente del Milan Paolo Scaroni, che ha paura che l’iter progettuale si complichi nuovamente. Ma quando gli ho spiegato che nella mia ipotesi non ci sarebbe una diminuzione delle volumetrie, si è detto disponibile a prendere in considerazione l’opzione dei due stadi. Se il centrodestra vincerà le Comunali, spero che il nuovo sindaco Luca Bernardo possa realizzare questo progetto. In caso contrario, mi auguro di convincere Sala".

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