Dopo tre anni di intenso lavoro il capitano Belardo lascia Sesto

Migration

di Laura Lana

Tre anni intensi per il capitano Antonio Belardo, che ieri ha lasciato la compagnia di Sesto, dove era arrivato a settembre 2019: all’epoca tenente, aveva ricevuto l’incarico di vicecomandante, oltre a guidare il Nucleo operativo e radiomobile. A fine mese comincerà la nuova avventura in Basilicata: andrà a comandare la compagnia di Pisticci, sotto il comando provinciale di Matera. "Un ringraziamento speciale per il servizio svolto in questi anni sul nostro territorio, in particolare nella guida del Norm – ha commentato il sindaco di Cinisello Giacomo Ghilardi –. La promozione attesta la sua capacità e professionalità e l’esperienza maturata nel Nord Milano". Anni pieni, culminati a gennaio, quando il capitano Belardo ha preso in mano il comando della compagnia, sostituendo il maggiore Saverio Sica (insieme nella foto), impegnato in un corso alla Scuola ufficiali carabinieri. Otto mesi in cui il Nord Milano ha vissuto 3 omicidi, oltre all’esecuzione di decine di ordinanze di custodia cautelare. All’alba del 7 aprile, i carabinieri della compagnia avevano arrestato a Paderno 10 persone, ritenute responsabili in concorso di detenzione e spaccio di marijuana e cocaina: un’articolata indagine, iniziata dalla tenenza l’estate scorsa, che aveva sgominato un’attività h24 di spaccio take away, con i clienti che ordinavano alla finestra e pagavano passando i soldi tra le inferriate. A maggio, dopo quasi 5 anni di indagine, un’altra operazione aveva disarticolato il gruppo criminale di Salvatore Bellante, che aveva trasformato l’appartamento di via Dalla Chiesa a Cologno nel quartier generale dedito al traffico di droga e armi, oltre alla commissione di furti e rapine: 30 arresti, 58 chili di cocaina e hashish e 440mila euro sequestrati.

L’inverno ha poi visto il delitto di Carmine D’Errico, sparito dalla villetta di Cusano e trovato morto, settimane dopo, in una fabbrica dismessa a Cerro. Indagini serrate che avevano stretto il cerchio attorno al figlio Lorenzo, ancora in carcere. A marzo l’omicidio della bibliotecaria colognese Maria Begoña Gancedo Rond, uccisa a coltellate dal figlio Daniele Gandolfo davanti alle due sorelle affette da sindrome di Down. Finite le operazioni di controllo ai seggi elettorali in tutto il Nord Milano, la mattina del 12 giugno era iniziata con la telefonata di Gianluca Loprete che confessava al 112 l’uccisione del padre Antonio, fatto a pezzi con un coltello da cucina.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro