Donne e lavoro I progetti pilota a Milano

Cinzia

Boschiero*

Servono nuovi slanci e non basta più ai cittadini che si illuminino i palazzi istituzionali di colori. Servono fatti che seguano le parole. Intanto qualche progetto prosegue, come quello che vive sotto l’insegna della crescita sostenibile a cui l’associazione Women At Business partecipa mettendo a disposizione dello Sportello Lavoro e del percorso formativo del Comune di Milano la propria idea innovativa di utilizzare il sofisticato algoritmo di matching che fornisce le combinazioni migliori tra competenze femminili all’interno del data base e di progetti aziendali. Ma ci sono anche altre opportunità milanesi e non solo, come gli Stati generali delle donne che, con il progetto “caschi rosa”, sono al fianco delle donne sia italiane che di altre etnie per progetti di supporto. E così anche l’associazione Donneuropee Federcasalinghe che fa corsi e servizi a supporto delle donne che, diventate mamme, non vogliano rinunciare ad essere anche lavoratrici e indipendenti come reddito. E c’è l’associazione italiana miastenia che, con sede a Milano, ha una app gratuita che migliora la qualità di vita. C’è l’associazione nazionale oculisti ambulatoriali con sede a Milano che il 18 settembre fa un congresso nazionale in città in cui evidenzia i progetti territoriali a favore della prevenzione e delle cura della vista con dati e progetti con famiglie, scuole, università europee e che sottolinea un incremento di problemi di vista per le donne che, con smart working, hanno messo a dura prova anche i loro occhi oltre che la loro capacità di resilienza, visto che si sono trovate a fare da mamma, nonna, zia, caregiver, lavoratrici H24 on line e a fare da supporto psicologico ai mariti segregati come loro in casa durante il lockdown in una città sempre più irriconoscibile. C’è l’associazione Tenda di Gionata che lavora incessantemente per un rispetto dei diritti umani, fondata da mamme, genitori, dal 18 marzo 2018, su sollecitazione di don David Esposito, un prete prematuramente scomparso, che “sognava” che le nostre comunità cristiane sapessero “allargare la tenda” (Isaia 54) per fare spazio a tutti per diventare “sempre più santuari di accoglienza e sostegno verso le persone LGBT e verso ogni persona colpita da discriminazione”.

*Giornalista

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