Donna uccisa a coltellate, fermato il convivente

A incastrarlo per l'omicidio di San Giuliano Milanese due testimoni oculari e le sue scarpe rosse

Luljeta Heshta

Luljeta Heshta

San Giuliano Milanese (Milano), 8 febbraio 2021 - Svolta nel caso della donna uccisa domenica 7 febbraio a San Giuliano Milanese. Nel giro di dodici ore I carabinieri sono riusciti a dare un volto al presunto assassino e hanno fermato un uomo: A. K., 43enne albanese convivente della donna. Sarebbe stato lui a colpire la vittima con cinque coltellate. La 47enne, Luljeta Heshta, di origine albanese, era regolare in Italia e aveva precedenti di polizia e era una prostituta. La donna è deceduta poco dopo il trasporto in ospedale nella giornata di ieri a causa delle numerose coltellate che le sono state inferte.

L'aggressione è avvenuta attorno alle 13,30 sulla sp 40, all'altezza della rotonda Pedriano, la strada lungo la quale la donna si stava prostituendo. Le forze dell'ordine hanno stabilito come presunto movente la gelosia. Secondo la ricostruzione, nel pomeriggio di ieri l'uomo aveva raggiunto la compagna e i due avevano iniziato a discutere. Il litigio si è trasformato in una lotta a pugni e schiaffi, finché l'aggressore ha estratto un coltello, che al momento non è stato ritrovato, e ha colpito la compagna 48enne cinque volte: tre coltellate alla coscia e due alla schiena. La donna è stata subito soccorsa e portata all'Humanitas di Rozzano, ma è morta nonostante l'intervento dei medici. Grazie al racconto dei testimoni e al video girato da un passante, le forze dell'ordine sono risalite al compagno della donna e lo hanno fermato presso la loro abitazione, a Milano zona Corvetto. Quando è stato rintracciato indossava gli abiti descritti dai testimoni: un cappellino nero, un giubbotto scuro e un paio di scarpe rosse. Era inoltre ubriaco, altro aspetto che coincideva con il racconto dei presenti.

Durante l'interrogatorio l'uomo ha ammesso di aver discusso con la compagna nei giorni precedenti per motivi di gelosia, perché sospettava che la donna avesse un amante. Ha però negato di essere coinvolto nell'omicidio e addirittura di trovarsi nella zona in cui è avvenuto il delitto. Le forze dell'ordine hanno però riscontrato che il suo cellulare era stato agganciato da una cella vicino al luogo del delitto, in un orario compatibile. Si tratta del settimo femminicidio dall'nizio dell'anno, un dato che preoccupa molto, ha concluso il Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lodi, Domenico Chiaro.

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