Don Tempesta torna libero Il gup revoca i domiciliari

Dopo quasi un anno trascorso agli arresti avrà solo l’obbligo di dimora a Rho. A settembre il via al processo per i presunti abusi su una decina di 12enni

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di Paolo Mattelli

Don Emanuele Tempesta è tornato libero dopo quasi un anno trascorso agli arresti domiciliari a Rho. Il sacerdote 30enne di Cornaredo, responsabile dei giovani della parrocchia di Busto Garolfo, arrestato il 14 luglio dello scorso anno, avrà solo il vincolo di non uscire dal territorio di Rho e di non incontrare i familiari e le vittime dei presunti abusi. Il gup Tiziana Landoni ha accolto l’istanza del pubblico ministero Flavia Salvatori per la revoca dei domiciliari con il solo obbligo di dimora.

La misura cautelare disposta lo scorso anno subito dopo l’arresto del sacerdote mentre era in vacanza con i ragazzi a Bardonecchia era ormai in scadenza e solo un ipotetico rinvio a giudizio avrebbe di fatto impedito la decadenza dei termini. Con ogni probabilità a settembre si aprirà il processo che sembrerebbe – per scelta del difensore di don Emanuele, l’avvocato Mario Zanchetti – orientato al dibattimento in aula con la parola anche ai testimoni che scagionerebbero il don dalle accuse di abusi su una decina di bambini dodicenni.

Per le presunte vittime invece l’incidente probatorio eviterà di riaprire altre dolorose ferite: le testimonianze delle persone offese sono state già tutte messe agli atti e pertanto in sede dibattimentale le vittime non saranno chiamate a raccontare gli episodi che le avrebbero viste protagoniste. Entrerà nella fase processuale di settembre, chiamata in causa dagli avvocati di parte civile, anche la Diocesi di Milano come responsabile civile di quanto accaduto. La Curia milanese potrebbe quindi essere costretta, in caso di colpevolezza accertata del sacerdote, a risarcire le famiglie.

Per contro don Tempesta da un anno ribadisce in ogni sede davanti agli investigatori e agli inquirenti la propria innocenza e la totale estraneità ai fatti. Stando all’impianto accusatorio, don Tempesta durante il lockdown a causa della pandemia avrebbe più volte invitato nel proprio appartamento al primo piano di via Mazzini a Busto Garolfo una decina di 12enni. Dalle testimonianze raccolte dagli investigatori gli abusi avrebbero avuto luogo durante questi incontri, avvenuti ufficialmente per divertirsi con i videogiochi. Fatti che don Tempesta ha negato ripetutamente.

Con le nuove disposizioni il sacerdote potrà ricevere persone e muoversi nel perimetro cittadino di Rho in attesa che venga fissata la data della prima udienza durante la quale avrà la possibilità di replicare a tutte le gravissime accuse contenute nelle denunce che i genitori hanno depositato all’inizio dell’intera vicenda.

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