Dodici giovani autistici in viaggio “Sul sentiero blu“

Il film di Vacis arriva nelle sale: 200 chilometri lungo la via Francigena contro i pregiudizi e per allenare le emozioni

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Dodici ragazzi autistici e un team scientifico in viaggio: duecento chilometri in nove giorni, verso Roma, lungo l’antica via Francigena, “Sul sentiero blu“. Il film-documentario di Gabriele Vacis arriva domani nelle sale. All’Anteo, alle 19.30, sarà accompagnato anche da esperti, mercoledì all’Ariosto (alle 19) e al Beltrade (alle 21.30) ci saranno il regista, il produttore Michele Fornasero e Roberto Keller, direttore del centro regionale per i disturbi dello spettro dell’autismo in età adulta dell’Asl Città di Torino, che ha seguito il progetto “Con-tatto“. Si è messo in viaggio con i ragazzi e con la troupe affiatatissima di Vacis: "Tengo molto alla sensibilità degli operatori, che devono essere in grado di ’scomparire’ pur restando vicini – racconta il regista –. Questo ci permette di cogliere delle verità. I ragazzi autistici sono refrattari all’ipocrisia, alla falsità. Non è vero che non cercano il rapporto con gli altri, come molti credono, ma sono selettivi, hanno bisogno di rapporti sinceri". “Sul sentiero blu“ si sfatano falsi miti e pregiudizi, si cerca l’autenticità. "Non c’è alcun diaframma – continua Vacis –. Il dottor Keller, che ha seguito tutto il progetto, spiega come si cerchi di insegnare loro a recitare un ruolo con le convenzioni sociali, per rendere la vita più ’facile’, ma lasciandoli liberi nelle loro stereotipie".

Nel cammino si colgono le emozioni, i cedimenti, i momenti più leggeri. Si ride (tanto), ci si commuove. Si imparano a gestire le emozioni e ci si allena ad adattarsi all’ambiente, per essere più indipendenti. "Si scopre che Gimmi non cammina mai, ma danza continuamente, per esempio – racconta il regista –, abbiamo voluto far vedere i momenti straordinari in tutti i sensi, quelli di gioia, di bellezza e la giornata più dura, quando pensavano di non farcela e di tornare a casa". Ma sono arrivati al traguardo i protagonisti. E si sono già visti in anteprima al cinema (col Rotary Club tra i produttori), in un’atmosfera magica. Erano tutti concentratissimi. "Uscendo dalla sala ho chiesto a Francesco se gli fosse piaciuto il film: ’Sono stato veramente un bravo attore’, ha risposto lui – sorride Vacis –. Erano consapevoli della telecamera, ci hanno mostrato quello che volevano farci scoprire di loro. E la verità commuove sempre".

Si.Ba.

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