Docente-esperto in arrivo (nel ’32) o provocazione?

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Elena

D’Incerti*

Benché in fase di trasloco, il Miur lavora anche quando gli insegnanti sono in ferie. E mentre i partiti fanno promesse mirabolanti sull’annosa questione della retribuzione dei docenti e sulle classi pollaio, prendono forma alcune novità per l’anno scolastico alle porte. La prima, e più controversa, riguarda la figura del docente-esperto, introdotta dal decreto Aiuti bis. Si tratta di 8.000 insegnanti di scuole di ogni ordine che, a partire dal 203233 (dieci anni: ma quante cose accadono in un lasso di tempo così lungo!) si vedranno accreditati in busta paga poco meno di cinquecento euro (indicizzati?) se nel frattempo avranno seguito e superato positivamente tre cicli consecutivi di formazione presso una rosa di enti selezionati. Il principio è corretto: nessun insegnante ha una professionalità monolitica, deve formarsi e aggiornarsi: l’emergenza Covid e la Dad lo hanno evidenziato. Bene anche che gli ambiti privilegiati siano quelli della didattica e del digitale, viste le carenze. Ma perché limitare la scelta degli enti che erogano formazione, inducendo il sospetto di accordi non limpidi che arricchirebbero prioritariamente i formatori e non i formati? Corretta anche la corsia preferenziale per i giovani, che da tempo non sono più invogliati a intraprendere la carriera di insegnanti. Ma ha davvero senso tagliare fuori tutti i professionisti a cui mancano pochi anni alla pensione? È perché loro l’esperienza l’hanno acquisita sul campo? Basta questo titolo onorifico a estrometterli? E cosa rappresentano i numeri proposti? 8.000 docenti sono circa uno per ogni istituto scolastico italiano. Con che criterio verrà individuato il “fortunato”? E con quale strascico di malumori? Pare che per accedere al titolo di docente-esperto sia indispensabile il ruolo: anche l’enorme e variegato mondo dei precari sarà escluso. La figura del docente-esperto si limiterà quindi ad essere un contentino ai maestri e ai professori che ormai disillusi attendono adeguamenti retributivi reali, insieme al rinnovo del contratto scaduto da quasi quattro anni. O si è trattato di una provocazione data in pasto ai social per sondare gli umori? Perché se di questo si tratta, a viale Trastevere non possono non avere rilevato la reazione unanimemente negativa e per questo la proposta potrebbe essere stralciata dal decreto. Mancano meno di due settimane al nuovo anno…

* Docente liceo Beccaria

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